Pasticcio Pd. Rischiata la spaccatura del partito. Rissa tra le correnti sulle primarie (26 febbraio). Direzione nazionale – mercoledì 11 gennaio – per ore nella tensione più torbida.
Alla fine raggiunto il faticoso compromesso sulle regole del voto: un po’ online, il resto nei gazebo. Con Internet potranno esprimersi soltanto alcune categorie come i disabili; nei seggi-gazebo tutti gli altri, secondo tradizione. Canta vittoria Elly Schlein appoggiata da due big: Franceschini e Orlando; per la prima volta si vota online. Canta vittoria Stefano Bonaccini che ha visto confermata la norma generale, cioè si vota di persona. E gorgheggia pure ,come un usignolo, il segretario (uscente) Enrico Letta, per aver centrato il desiderato compromesso tra le bizzose parti. Dice, fiero come non
mai: ”Questo compromesso è il più avanzato possibile “. E poi :”Sì, sono soddisfatto perché abbiamo evitato spaccature”. Furiosa solo Paola De Micheli (contraria al voto online); più possibilista l’ondivago Gianni Cuperlo, apparentemente pago della ritrovata visibilità che gli sta offrendo la coraggiosa candidatura; consapevole (pare) di un annunciato, personale, flop elettorale.
Le principali mozioni in campo cantano vittoria. In particolare il gruppo della Elly Schlein “perché è stato rotto il muro della partecipazione con le primarie online. Traguardo importante per definire il profilo di un partito unito e moderno”. Ma la rissa fra le correnti non promette niente di buono. Resta il fuoco sotto la cenere. Altro che vittoria. Altro che Costituente al PD. I Dem affondano nella palude delle procedure. Le lagnanze in continuazione non portano da nessuna parte.
È tutto un preoccuparsi di norme, di date, di modalità ( primarie online-offline si, no, forse). “Il Pd è malato di proceduralismo, è alla ricerca di una procedura non di una idea, non di una soluzione per togliersi dai guai in cui si è infilato. Anziché evocare un dibattito sul lavoro, sulla economia, sull’ambiente, sulla scuola, sulle linee di frattura che attraversano la società, si ragiona su come fare il congresso”. ( copyright David Allegranti)
La novità di quest’anno è la via telematica ma il problema principale resta l’affluenza.In 15 anni sono stati persi 6milioni di voti e l’affluenza alle urne è stata un continuo calare. Nel 2005 le primarie del PD hanno registrato oltre 4milioni di partecipanti. Le ultime del 2019 solo 1 milione e mezzo , dati che fanno riflettere. Ora la caccia è aperta per l’ undicesimo segretario in 15 anni. Da Veltroni a Letta. E i sondaggi non promettono niente di buono. Sono in picchiata.