Per Matteo Salvini il Ponte sullo Stretto di Messina sarà la nostra Torre Eiffel. Il ministro lo ha detto nei giorni scorsi a Potenza durante il convegno “l’Italia dei Sì”. Queste le parole di Salvini: “Io in primis, quando vado in un paese da turista, se vado a San Francisco(…) c’è il ponte famoso. Quando uno va a Parigi non può non andare alla Torre Eiffel (…). Oggi una Parigi senza la Torre Eiffel uno non la pensa”.
Per Salvini il ponte si farà al 100%, anche se in molti non sono d’accordo con quest’opera che, è bene ricordarlo, costa molto ai contribuenti italiani. Un megaponte che verrà catapultato intorno ad un contesto degradato, con centri urbani che cadono a pezzi, ferrovie inesistenti e strade da rifare. Per quanto riguarda il progetto, ci sono poi richieste ben precise a cui il vicepremier non è interessato a rispondere. Tra queste, c’è l’esposto presentato in Procura a Roma da Elly Schlein, Fratoianni e Bonelli. Per i tre leader, il progetto del ponte è vecchio 12 anni. Per quale ragione, si chiedono, “la Società Stretto di Messina S.p.A. abbia ritenuto di non rendere pubblici documenti fondamentali per l’entità del progetto e le procedure?”.
Salvini liquida tutto il dibattito con una frase a lui tipica: il Ponte sullo Stretto di Messina è “un diritto di milioni di italiani. Solo in Italia la sinistra riesce a dire di no alle opere pubbliche”. Chi ha ragione e chi la spunterà alla fine? Salvini o i tanti oppositori del ponte (diversi politici, ma soprattutto geologi di fama come Mario Tozzi)? Davvero il ponte si farà? (Clicca qui per ascoltare le parole di Salvini).