Politica, bordate d’agosto. Spari simultanei come le artiglierie di una nave. Due le grandinate più gettonate.
Il diluvio di parole con cui il filosofo Massimo Cacciari ha “sotterrato”la segretaria del Pd Elly Schlein e le unghiate del governatore Bonaccini alla premier Giorgia Meloni. Due “siparietti “ che non possono essere addebitati solo al caldo torrido di questi giorni “matti”. C’è dell’altro. Decifriamo.
Il filosofo le chiana “chiacchiere retoriche”. Un bla bla oltretutto monocorde. E chiarisce:”Il Pd non propone nulla di diverso da salario minimo e reddito di cittadinanza. Ha idee più strategiche?”. Ospite della trasmissione “In Onda Estate “ (La 7) , l’ex sindaco di Venezia è sembrato incontenibile.
Ha esordito così: ”Schlein con non molto più che una normale retorica cerca di rimontare una disfatta culturale e politica di fronte all’ondata neoliberista di tutte le sinistre europee che è cominciata con la caduta del Muro di Berlino. Il compito che deve affrontare è immane. Mi chiedo: avrà le capacità di ridare vita a una forza che riesca a fronteggiare i grandi problemi come le diseguaglianze sociali, la povertà crescente, la proletarizzazione del ceto medio? Avrà la forza di avere una voce propria nelle questioni internazionali?”
E poi la steccata conclusiva: ”Ogni volta che la Schlein parla, ricompatta il Centrodestra “.
Il governatore dell’Emilia Romagna nonché vice commissario per l’alluvione ha infilato un mese d’agosto all’attacco. Il 6 agosto ha attaccato Marcello De Angelis che in un post sulla strage di Bologna aveva escluso dalla colpevolezza i NAR.
Secco il tweet di Bonaccini contro De Angelis: ”Ignobile.” Sei giorni dopo (12 agosto) ha attaccato il presidente del Senato La Russa presente a una celebrazione antifascista. Tranciante il governatore: ”La Russa dimostra totale inadeguatezza“.
Sempre il 12 agosto ha litigato con la Meloni sul post alluvione e ha detto: ”Gli unici fondi arrivati ai cittadini sono quelli della Regione e Protezione Civile”.
Infine, a Ferragosto, ha aperto un nuovo fronte attaccando il Governo sugli “sbarchi quadruplicati”. E sulla gestione degli immigrati ha alzato il tiro nel giorno in cui in Italia si sono contati 100.000 arrivi dall’inizio dell’anno.
La Meloni lo ha sbugiardato. La premier sospetta ripicche per la mancata nomina a commissario. E dalle vacanze in Puglia ha scritto una lettera durissima al Governatore: ”Critiche inutili, già stanziati 4,5 miliardi, Bonaccini cerca solo visibilità “.
Una cosa è chiara: a tre mesi dall’alluvione che ha sommerso l’Emilia Romana è finita la tregua istituzionale. È scontro su tutto: sulle cifre, sul metodo e su quello che si è fatto o non si è fatto per rimettere in sesto il territorio. Scontro che è destinato a durare ed a inasprirsi con l’orizzonte delle possibili prossime elezioni regionali che si svolgeranno al massimo all’inizio del 2025.
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