Il premierato piace a pochi, ancor meno l’autonomia. Questa, in estrema sintesi, il risultato dell’ultimo sondaggio dell’Istituto Piepoli, azienda attiva dal 1965, per il Quotidiano Nazionale.
L’elezione del premier convince il 25% degli italiani; un altro 36% si dice abbastanza d’accordo, tra questi quattro su dieci sono elettori della opposizione.
Reazioni più fredde sulla legge Calderoli anche da parte di chi si dice di Centrodestra; piace al 54% degli intervistati (un campione di 500 maggiorenni stratificati per genere ed età) ma il 14% non ne vuole nemmeno sentir parlare ed il 24% si confessa tiepidino; mentre il 19% si dichiara senza una opinione.
È così da almeno trent’anni. Ogni due per tre il tema riaffiora come un fiume carsico. Se ne parla a targhe alterne e con morfologie differenti, talvolta promossi da destra, altre volte da sinistra.
Il sondaggio lo ha evidenziato. Dice Livio Gigliuto, presidente dell’istituto Piepoli: “Quel che è certo è che i nostri concittadini non amano l’ormai proverbiale instabilità politica italiana che ci porta a cambiare, in media, un governo ogni 14 mesi. Forse anche spinti dalla necessità di contrastare quella instabilità politica, più di 6 italiani su 10, si dichiarano favorevoli al premierato. Certo, si tratta di un risultato trainato dagli elettori di Centrodestra: tra le fila della maggioranza, infatti, i favorevoli crescono a quasi 8 su 10. L’errore che non dobbiamo compiere, però, è quello di vivere l’elezione diretta del premier come una tentazione cui sono insensibili gli elettori d8 Centrosinistra. Ben il 40% di loro è favorevole al premierato.
La storica battaglia del Centrodestra, ed in particolare di alcune sue parti, secondo il sondaggio, raccoglie più dubbi che consensi. Al Sud va malissimo. Spiega il presidente dell’istituto Piepoli: “L’autonomia differenziata è gradita dalla larga maggioranza degli elettori che vivono nel Nord, mentre perde via via consenso percorrendo verso Sud lo Stivale, fino ad essere tendenzialmente disapprovata dagli elettori proprio del Sud e delle Isole”.
In ogni caso queste riforme non sono percepite come una priorità dagli italiani ma hanno un impatto rilevante sul funzionamento del Paese. Conclude Gigliuto: “È quindi bene non derubricarle a lontane dalla vita delle persone. Questo anche perché gli italiani, su entrambe, una idea se la sono fatta”.