Premierato, primo ok in Senato: limite 2 mandati e ministri revocabili. Conte apre sul ballottaggio

Premierato, primo ok al Senato (Commissione). E primo motivato no del Pd (“Democrazia sminuita”). Conte invece lascia aperto uno spiraglio sul ballottaggio. Il testo è al traguardo, a fine mese il ddl dovrebbe arrivare in Aula a Palazzo Madama in contemporanea all’Autonomia, la riforma cara alla Lega. E sempre in quei giorni sarà incardinata alla Camera la separazione delle carriere dei magistrati, spinta da Forza Italia. L’accordo di maggioranza dunque viene rispettato anche se l’accelerazione sul premierato rallenta tutto il resto.

Le varie sfumature del Premierato

Sono parecchie le varianti della forma di “governo parlamentare”. Forma che vuoi dire che il Potere si concentra su un unico organo: il Parlamento, appunto. Prototipo del premierato è il cosiddetto “Modello Westminster”, vigente nel Regno Unito dove il Parlamento, prima ancora di essere un organo rappresentativo, è un organo deliberativo. E’ il modello più significativo di sistema politico maggioritario. In sostanza è un monocolarismo di fatto. Altra cosa si profila in Italia. Certo, il nuovo ddl fissa il principio della elezione diretta del Presidente del Consiglio. Ma con dei distinguo.

Riscritto l’articolo 92 della Costituzione

L’emendamento del governo al ddl sul premierato riscrive l’articolo 92 della Costituzione con tre punti identitari. E cioè:

  • Viene eliminato il premio di maggioranza al 55%.
  • Viene introdotto il limite dei 2 mandati per il premier.
  • Prevede la possibilità di revocare il potere dei ministri

Opposizioni all’attacco

Il Pd è stato il primo a salire sulle barricate sostenendo che “la riforma riduce la partecipazione democratica alla scelta del capo”. La mette giù dura Giuseppe Conte: “Stiamo andando verso una prospettiva che non ci porterà stabilità ma solo maggiori poteri al Presidente del Consiglio, che già ne ha tanti. Il risultato sarà un presidente della repubblica cerimoniere del Premier. Una soluzione che non c’è in nessun altro paese del mondo”.
Tuttavia il leader M5S su un punto ha lasciato aperto uno spiraglio: “L’ipotesi del doppio turno, se fosse coltivata da questa maggioranza, sarebbe un temperamento alle strutture, agli equilibri di questa riforma”. Gli ha risposto per le rime Maurizio Gasparri: “I cittadini, non il Palazzo, scelgono chi governa il Paese. Le alchimie della legge elettorale verranno soltanto dopo. Il presidente della Commissione, l’avvocato ferrarese Adalberto Balboni, sta studiando una soluzione elettorale, cioè una legge che preveda una soglia minima e ballottaggio per garantire governabilità”. L’iter del premierato è solo agli inizi.

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Lorenzo Briotti