La trasmissione Report ha subito un richiamo dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il motivo è che il 27 ottobre ha trasmesso “Liguria nostra”, un servizio su episodi di corruzione in Liguria andato in onda mentre si stavano ancora svolgendo le elezioni regionali, cioè ad urne ancora aperte. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e membro della commissione di vigilanza Rai, il 4 novembre, aveva perciò inoltrato all’Autorità garante un ricorso relativo alla violazione del silenzio elettorale. Ricorso accolto con conseguente richiamo alla Rai. Tutto verificabile sul sito agcom.it che ha pubblicato un comunicato sul tema. Si sbaglia quindi chi attribuisce a Gasparri una lettura errata della decisione.
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e membro della Commissione di Vigilanza Rai ha così commentato la notizia: “Avevo ragione io e ringrazio l’Autorità delle comunicazioni per aver accolto il mio esposto contro le forzature e le illegalità di Report, una trasmissione che la Rai deve ricondurre ai canoni della legge. Report, con le elezioni della Liguria in corso a urne aperte, di domenica, mentre i cittadini di quel territorio votavano, ha rotto il silenzio elettorale, con un servizio che non aveva alcuna giustificazione di cronaca, perché riguardava vicende che si erano verificate mesi o anni prima. Peraltro, un inutile tentativo di sabotaggio visto la sconfitta della sinistra in Liguria”.
“L’Agcom ha chiarito che un conto è la cronaca, un fatto accade stasera e ne devo parlare stasera, altro è invece rompere il silenzio elettorale in maniera pretestuosa, per fare una propaganda di parte, peraltro anche inutilmente visto la sconfitta dei sodali di Report della sinistra ligure.”
“E quindi – prosegue Gasparri- quello che ha fatto la Rai e Report non si può fare. Il mio esposto ha consentito di chiarire la questione, perché la decisione dell’autorità vale per la Rai e per tutti, in fase di silenzio elettorale”.
Il senatore forzista sottolineando che Report ha violato le regole, ed è un programma che ha collezionato tutta una serie di denunce, conclude: “Ringrazio l’Agcom perché finalmente, punendo Report e i suoi errori, ha consentito di chiarire che chi aveva contestato quella condotta aveva ragione. L’ho fatto e ho vinto. Report è stato sconfitto. La protervia e l’illegalità si possono battere. Basta avere coraggio e sfidare questa gente, a viso aperto”.
Dopo il richiamo dell’Agcom, si sono levate voci che attribuivano a Gasparri una lettura errata della decisione dell’Autorità. Secondo gli antagonisti, Gasparri avrebbe parlato di violazione della par condicio. Il senatore forzista, invece, come nell’esposto del 4 novembre, si è sempre riferito solamente alla violazione del silenzio elettorale da parte di Report. Perché, giova ripeterlo, la trasmissione Report aveva mandato in onda il servizio “Liguria nostra”, su episodi di corruzione in Liguria, mentre le urne erano ancora aperte per le elezioni regionali proprio in Liguria.
Il senatore forzista commenta con ironia la reazione dei suoi oppositori: “Allo stadio una volta si diceva ‘e nun ce vonno sta’’. La frase calcistica si adatta al rosicone Ranucci. Che nega l’evidenza.” E ancora: “L’Autorità delle Comunicazioni ha fatto un richiamo alla Rai e ha invitato tutte le emittenti a stare attente al tema, rilevando che la Rai con la trasmissione ‘Report’ a urne aperte in Liguria ha violato la regola del silenzio elettorale.
Ranucci e la Rai hanno mandato in onda un servizio chiaramente denigratorio nei confronti di una parte politica mentre i cittadini si recavano a votare. Report, quindi, ha agito in maniera illegale. Su questo verteva il mio esposto. Questo è il fatto. E sulla base del richiamo fatto alla Rai e dell’invito rivolto a tutte le televisioni dall’Agcom, sarà intentata una causa alla Rai ed a Ranucci, perché paghino per i danni che hanno causato. I rosiconi si rassegnino. Abbiamo vinto noi”.
“Ma Ranucci ha perso perché non è riuscito comunque a sabotare il voto degli elettori che hanno premiato ancora una volta il centrodestra. Resta il fatto che Report ha gravemente violato le regole. Il resto è tutta ‘fuffa e bugie’” conclude Gasparri.
Dopo l’esplicito riferimento al servizio “Liguria Nostra” di Report nel comunicato stampa dell’ Agcom, pubblicato sul sito dell’Autorità agcom.it si legge che: “Pur non ravvisando violazioni dell’attuale normativa sulla par condicio, si è posta la questione della messa in onda di trasmissioni informative durante il periodo del silenzio elettorale”.
L’Autorità, su proposta del Presidente, con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, ha richiamato la società Rai – Radiotelevisione Italiana, in qualità di concessionaria del servizio pubblico, nonché, in via generale, tutte le emittenti televisive a valutare con estrema attenzione nei giorni del silenzio elettorale la messa in onda di programmi informativi che riguardino candidati o tematiche elettorali, limitandoli al solo caso in cui ciò sia necessario a garantire la completezza dell’informazione in relazione a fatti di cronaca nuovi, strettamente correlati all’attualità.
“L’Autorità- si legge ancora- ha rilevato che, in assenza di specifiche prescrizioni normative che disciplinino la messa in onda di programmi informativi durante il periodo di “silenzio elettorale”, in passato è stato osservato un generale principio di self restraint da parte delle emittenti televisive.
Dal combinato disposto delle norme in materia di silenzio elettorale e di quelle in tema di gestione dei programmi di informazione può dedursi l’esistenza di un principio di prudenza nella messa in onda di programmi informativi durante il periodo di silenzio elettorale. Tanto più considerando che la programmazione di una trasmissione in tale periodo esclude di per sé, in concreto, ogni possibile misura ripristinatoria, nonché ogni eventuale possibilità di replica.”
Valutazione attenta dei programmi su candidati e tematiche elettorali nei giorni di silenzio elettorale. Si legge sempre nel comunicato: “Tale principio deve indurre le emittenti, ed in particolare la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, a valutare con estrema attenzione la messa in onda di programmi informativi che riguardino candidati o tematiche elettorali nei giorni del silenzio elettorale, limitandoli al solo caso in cui ciò sia necessario a garantire la completezza dell’informazione in relazione a fatti di cronaca nuovi, strettamente correlati all’attualità di quegli stessi giorni, evitando di trattare tematiche che, pur correlate ai candidati e alle vicende elettorali, riguardino questioni che, nella piena libertà editoriale delle emittenti, potrebbero trovare più idonea collocazione nel periodo antecedente quello dal silenzio elettorale. Tale principio vale evidentemente, a maggior ragione, anche per le repliche di programmi già trasmessi”.
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