Alberto Veronesi, direttore d’orchestra e figlio del famoso oncologo Umberto, è tra i candidati alle regionali in Lombardia del 12 e 13 febbraio nella lista di Fratelli d’Italia. Lui che tra il 2016 e il 2020 era candidato prima con Beppe Sala per l’elezione del Sindaco di Milano, poi con il Terzo Polo e per il Pd.
Alberto Veronesi, dal Pd a Fratelli d’Italia
“L’idea di candidarmi – dice Veronesi – nasce da una simpatia reciproca nata” mesi fa con Fratelli d’Italia dopo le amministrative in Toscana: è “iniziata una frequentazione” sia “con Daniela Santanché che con La Russa. Con la prima, in particolare c’è una condivisione biterritoriale Lombardia e Toscana”. “Durante le varie iniziative in Toscana, è nato un feeling, che si è rafforzato poi anche con il presidente del Consiglio”. Veronesi, che due anni fa fu protagonista di una contestazione a Matteo Salvini durante un’iniziativa a Viareggio (Lucca) per le elezioni regionali toscane per le quali il maestro correva con il Pd, spiega di “avere ottimi rapporti” con la Lega e con Attilio Fontana.
Veronesi non appare neanche preoccupato dall’imbarazzo di aver cantato Bella Ciao ed essere oggi candidato da Giorgia Meloni, perché – spiega al Corriere – “non è una canzone di partito. Incarna un sentimento contro un invasore. Quindi sono gli stessi ideali di difesa della nazione e della patria, incarnati anche da FdI”.
“Con il Pd toscano siamo ormai alla guerra fredda”
Quanto al centrosinistra toscano “siamo ormai alla guerra fredda”, spiega Veronesi: il riferimento è all’attività del Comitato per le celebrazioni pucciniane del 2024 (anno del centenario della morte di Puccini), di cui è presidente. Nei giorni scorsi, le indiscrezioni su una sua candidatura con Fdi in Lombardia aveva anche portato i sindaci di Lucca, Viareggio e Pescaglia a chiedere chiarimenti, con una lettera, temendo una impasse nell’attività del comitato. “Purtroppo – afferma Veronesi riferendosi sempre al centrosinistra – hanno i numeri, per legge, nel comitato…Presto farò i nomi e i cognomi con le assenze alle riunioni”.