Intervistato dal Corriere della Sera, Matteo Renzi è tornato sullo scontro col presidente del Senato: “Ignazio La Russa ha esagerato, non io. Un presidente fa parlare l’opposizione, un camerata la zittisce. La Russa doveva richiamare la maggioranza che faceva confusione e invece ha attaccato me. Dopo di che il problema è che io gli do’ del camerata e lui lo prende come un complimento”.
Secondo Renzi, La Russa non è un presidente super partes: “Aveva giurato che sarebbe stato il presidente di tutti, si è rivelato un bugiardo, peccato. Senza contare che prova campagne acquisti di senatori per la maggioranza. Il riferimento è “per esempio a Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva, che però è donna tutta d’un pezzo e ha subito denunciato le avances politiche ricevute”.
Per quanto riguarda la cosiddetta norma anti-Renzi, per il leader di Italia Viva il danno al suo fatturato sarebbe meno del 10%: “Ma non è questo il punto. È inaccettabile il principio per cui finché Renzi sta col Terzo polo va tutto bene, quando va col centrosinistra va punito con norme ad personam e spegnendogli il microfono. Vogliamo cambiare le regole? Ok diciamo che nessun parlamentare può fare un secondo lavoro. Regole uguali per tutti. Io la voto, loro no. La Russa stesso, prima di guidare Palazzo Madama, ha sostenuto lo studio legale di famiglia. Gli avvocati della destra possono fare il secondo lavoro?”