Risiko candidature per le Europee di giugno: giochi aperti e burrascosi. Nomi in campo se ne fanno tanti. È caccia al Vip. Fioccano candidature mediatiche come il generale Vannacci e la maestra di Monza detenuta a Budapest, fino a ieri perfetti sconosciuti. È la conferma che poco o nulla è cambiato. Troppo spesso i partiti del Belpaese hanno mandato a Bruxelles figure politiche di secondo piano. E come dice Lorenzo Castellani su Quotidiano Nazionale oltretutto “prive di spessore intellettuale e legate alle convenienze politiche e mediatiche del momento”. È quanto sta accadendo in questi giorni. Una tristezza Cinemascope. E il campo di visualizzazione logica è sempre lo stesso. A Sinistra e a Destra. Come suggeriscono le cronache.
Europee, liste Pd affollatissime
Spunta di tutto. A cominciare dalla telenovela Marco Tarquinio, ex direttore del quotidiano di ispirazione cattolica “Avvenire”, il giornale voluto da Paolo V. Pd diviso: Tarquinio è sostenuto dall’ex ministro Andrea Orlando e avversato da Lia Quartapelle per via delle sue posizioni sulla Nato. È spuntato Ignazio Marino, ex sindaco di Roma (2013-2015), uomo messo alla porta proprio dal Pd ed ora sempre più vicino ai Verdi-Sinistra; piace il suo profilo ambientalista e pacifista. Potrebbe rubare voti ai democratici nel Centro. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, coordinatore degli amministratori Pd, vorrebbe Elly Schlein e Bonaccini capilista. Nel partito c’è molta agitazione sul fronte femminile.
E Conte? Non trova nomi. Ha messo il veto su Virginia Raggi, oggi molto vicina al battitore libero Alessandro Di Battista. Paga il limite dei due mandati: solo due uscenti sono ricandidabili. Giuseppi è alla disperata ricerca di nomi di “richiamo”. Campa cavallo.
Centrodestra al lavoro
Al lavoro su liste e appuntamenti. I sondaggi confermano l’asse tra Ppe e socialisti. Improbabili le rivoluzioni. Confermato l’asse sostenuto dai liberali macroniani di Renew Europee. Meloni e Tajani non hanno ancora sciolto la riserva. Salvini sta ancora “ragionando” su Vannacci e intanto si smarca da Ursula Von der Leyen. Più attendisti Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tajani quasi sicuramente ufficializzerà la squadra per le Europee al Consiglio nazionale del 20 aprile. In corsa Roberto Cota e l’ex candidato sindaco di Torino, Paolo Damilano.
Maretta al centro
Federico Pizzarotti (+Europa) torna sulla lista di Emma Bonino con Renzi. E dice: “L’alleanza più naturale sarebbe stata con Calenda (che ha candidato Leonardo Lotto, il giovane aostano rimasto paralizzato in un incidente). Se il presupposto è imbarcare tutti per fare il 4%, non mi pare una grande idea. E nel 2024 parlare di Nuova Democrazia Cristiana fa tornare agli anni ‘70″. Appunto.