C’era da aspettarselo. Ed è successo. Nella sede barese del Pd. Una volta che si sono incrociati lontano da flash e telecamere, Emiliano e Decaro hanno abbassato la maschera e alzato i toni. Sono volati gli stracci. Scontro duro. Botta e risposta. Ne è uscito un Ping pong abbastanza piccato, tra l’offeso e il risentito, decisamente vivace. Così almeno riferisce la “Gazzetta del Mezzogiorno”, quotidiano (interregionale) tra i più importanti dell’Italia meridionale.
Tutto è cominciato sul palco di Bari dove il loquace Governatore Emiliano era stato invitato a tirare la volata al sindaco Decaro candidato alle europee, e in vista delle comunali di giugno. Nella circostanza Emiliano raccontò un aneddoto secondo il quale lui e Decaro avrebbero fatto visita alla sorella del boss Capriati chiedendo che su Decaro fosse riservata una particolare attenzione. Sulla vicenda i due hanno dato versioni opposte. La cosa ha innescato una incartata tra i due ed è scoppiata una serie di versioni e controversioni sul famoso incontro a Bari vecchia in cui Emiliano avrebbe raccomandato Decaro alla malavita locale ; episodio raccontato appunto dal diretto interessato sul palco a Bari con un Decaro sorridente a fianco.
Tutt’altra musica nella sede del Pd barese presenti una ottantina di persone tra cui 3 consiglieri comunali, parlamentari, notabili locali del partito. Lo scambio di battute tra i due sul filo dell’ironia è ben presto degenerato in una mezza rissa. Ha cominciato per primo Michele Emiliano: “Antonio ricorda male, io ricordo benissimo”. Pronta la replica di Decaro piuttosto irritato: “No, ma tu non ricordi bene, stai confondendo due momenti diversi”. Si legge nel retroscena che Emiliano è parso punto sul vivo e Decaro è rimasto piuttosto piccato. La visita istituzionale a casa Capriati avrà una coda all’Antimafia che li convocherà entro aprile .
A rendere bollente la situazione che ha macchiato la corsa di Decaro alle Europee c’è la notizia dell’altro giorno che ha registrato l’uccisione di Raffaele Capriati, nipote del boss storico Tonino, freddato lunedì alla maniera mafiosa in una via di Torre a Mare. Il quadro è ulteriormente appesantito con una nuova scossa: corruzione elettorale. Ai domiciliari anche il sindaco di Triggiano, Donatelli, (obbligo di dimora per moglie e figlio) e il consigliere della circoscrizione Armando De Francesco. È finito in carcere l’ex assessore Grumo, Nicola Lella. È poi finito ai domiciliari anche Alessandro Cataldo, marito dell’assessore ai Trasporti Anita Maurodinoia. È il caso di ricordare che Cataldo è da sempre considerato uno dei portatori di voti del Centrosinistra con la lista “Sud al Centro”.