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Io sono Roma e non voto: astensionismo al 67%, solo uno su tre alle urne

Crolla l’affluenza a Roma nelle elezioni regionali del Lazio attestandosi al 33,11%, contro il 63,11% delle precedenti regionali del 2018.

Io sono Roma e non voto: astensionismo al 67%

Un dato record di astensionismo, anche più delle ultime elezioni comunali di Roma dell’ottobre 2021 quando al primo turno andò a votare il 48,54% e al secondo turno il 40,68% degli aventi diritto.

Si dice sempre in questi casi (giacché si diceva quando il livello di astensione era la metà, e cioè 5 anni fa) che a perdere sono tutti, la crisi della democrazia rappresentativa travolgendo partiti e istituzioni, ma in realtà la destra ha vinto di brutto e la sinistra è data per dispersa. 

Il partito del non voto è largamente maggioritario – paradossalmente l’unico in grado di cambiarsi  da solo la Costituzione – ma non conta niente. E inquina la partita democratica, trucca la rappresentanza perché l’astensionismo è concentrato negli strati periferici (record negativo a Roma con il 27,55% di affluenza, c’è stato nella periferia di Tor Bella Monaca seguita da Ostia), tra le fasce più povere e tra i giovani, specie nel Meridione. 

E illude il governo in carica su una infinita luna di miele quando legge i risultati regionali come una conferma della fiducia nell’esecutivo. Può essere: banalmente, però, non sappiamo cosa ne pensa davvero un popolo che semplicemente rifiuta di essere consultato.

Regionali: affluenza definitiva al 40%, dati definitivi

I dati definitivi dell’affluenza nei 1.882 comuni al voto per le regionali di Lombardia e Lazio confermano il forte calo della partecipazione: ha votato il 40% (rispetto al 70,63% alle precedenti omologhe, quando si votò in un solo giorno).

Lo rende noto il sito del Viminale. In Lombardia (1.504 comuni su 1504) l’affluenza è del 41,67% (nel 2018 era al 73,11). Nel Lazio (378 comuni su 378) è del 37,2% (66,55%).

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