Bus precipitato giù dal cavalcavia a Mestre, come spesso accade Matteo Salvini ha deciso di dire la sua. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a proposito della tragedia e a indagini ancora in corso, esclude un “problema di guardrail” e punta il dito sulle batterie elettriche del bus.
Batterie che “prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico uno spunto di riflessione è il caso di farlo”. Il ministro però, scrive Il Fatto Quotidiano, è smentito dalla statistica e da decine di studi fatti in tutto il mondo.
Della questione batterie ha parlato anche il procuratore di Venezia Bruno Cherchi che sta indagando sull’accaduto. “Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine” chiarisce Cherchi. “C’è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie e su queste stiamo facendo accertamenti”.
“Insomma, è certo che il bus abbia urtato contro il guard rail e che in un determinato punto la protezione abbia ceduto. Mentre per quanto riguarda le fiamme e il fumo successivi allo schianto, un possibile ruolo delle batterie elettriche è ancora tutto da verificare”, scrive Il Fatto Quotidiano.
“Un ministro delle Infrastrutture che, invece di scegliere un silenzio adeguato e responsabile coglie l’occasione della tragedia di Mestre per polemizzare contro l’elettrico, è imbarazzante per la carica che ricopre e per la totale inadeguatezza della polemica in un frangente di lutto e di dolore. Acceleri invece gli accertamenti di sua competenza senza saltare a conclusioni ‘da bar’, mostrando così rispetto per le vittime ed i feriti di questa tragedia”. A dirlo è Daniela Ruffino, deputata di Azione.
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