Schiaffo di Emiliano alla Schlein. Respinto, con perdite, il diktat della segretaria dem che gli aveva chiesto di “azzerare” la Giunta pugliese. Il Governatore, come era ampiamente prevedibile, ha spernacchiato i severi diktat piovuti dal Nazareno; e anziché fare un corposo rimpasto ha virato per una sola sostituzione. Massimo cambierà i due assessori dimissionari con due magistrati.
Emiliano oplà. Piroetta da balera romagnola. Un mutamento annunciato. Un zig zag con smorfia. Appena una settimana fa, ricevuto il pacco da Roma con un linguaggio da Politburo (“occorre un netto cambiamento di fase”) Michelone aveva risposto con un garibaldesco “obbedisco” a cui, in verità, solo i nesci hanno creduto. Emiliano assicurava Elly di essere “perfettamente d’accordo”. Dal Nazareno la segretaria dem aveva fatto sapere di “essere fortemente irritata”. Il Governatore non ha fatto una piega, ha incassato e portato a casa. Ma vent’anni di Potere a tutto campo hanno insegnato qualcosa. E dopo pochi giorni, puntuale, il dietro front, la serpentina e la boccaccia.
Michele Emiliano, 64 anni, domina da vent’anni il Tavoliere delle Puglie. Le ha fatte tutte: magistrato, sindaco di Bari, presidente del Petruzzelli, Robin Hood nella battaglia contro l’eco mostro di Punta Perotti (il complesso immobiliare sul lungomare di Bari abbattuto con la dinamite nel 2006), segretario regionale del Pd, assessore comunale a San Severo, governatore dal 2015. Ha motivato la sua virata semplicemente con uno sberleffo: “Purtroppo a Roma non sanno bene come funziona. È chiaro che dobbiamo sostituire delle persone in giunta, ma lo statuto ci obbliga a scegliere tra gli eletti. Dunque è piuttosto complicato”.
Sottinteso: l’ignara Elly se ne faccia una ragione. Aggiunge Emiliano: “Non so se si è capito di questo manicomio, ma non c’è nulla che riguardi la giunta: non una inchiesta, non una accusa”. Certo, c’è una assessora indagata col marito agli arresti, ma le accuse “non hanno nulla a che vedere con l’attività della giunta”.
Al Nazareno hanno accusato il colpo con la solita “grande irritazione” ma Emiliano sa benissimo che Elly Schlein non può permettersi una crisi in regione, tanto meno alla vigilia delle Europee. Ha il coltello dalla parte del manico e lancia anche segnali al vecchio sodale Conte. Il bello deve venire.