Forse non tutti sanno che…No, non era proprio noto e ovvio ci fosse (da ben 83 anni) Istituto previdenziale e assistenziale specifico e autonomo per dipendenti Comune di Roma, Capitale ovviamente. Lo ricordano in sincrono Il Sole 24 Ore e Il Messaggero e ai due quotidiani la circostanza torna per così dire in mente non proprio a caso. Perché l’Ipa (un acronimo non si nega a nessuno) svolgeva, ha svolto a lungo e con determinazione ampia funzione sociale, allargando il concetto di assistenza e ampliando gli orizzonti della previdenza. E senza i se e senza i ma che il turbocapitalismo e l’ordoliberismo vorrebbero imporre al welfare. Tipo orride domande e oscene obiezioni sul chi paga e se sia alla fine privilegio e arraffo spargere soldi pubblici a categorie iper sindacalizzate o a lobby sovra rappresentate. Non esistono solo tassisti, balneari e ieri allevatori sfora quote latte…Ci sono oggi e non da ieri i lavoratori iper protetti delle aziende pubbliche, in particolar modo quelle “partecipate” da Comuni e Regioni.
E’ fresca di cronaca la vicenda degli inidonei temporanei (questa la definizione clinico-sindacale) all’Ama azienda pubblica raccolta e smaltimento rifiuti di Roma, ovviamente Capitale. Quando gli inidonei temporanei (inidonei al lavoro, a lavorare) hanno raggiunto quota 31 per cento (uno su tre degli stipendiati) in azienda qualcuno ha detto: troppi, basta. Rimetteteli a lavorare oppure sospendete loro lo stipendio! I sindacati hanno rimesso a posto queste velleità: si faranno nuove visite mediche, si vedrà…
Il caso Ama-inidonei a lavorare uno su tre è, come detto, solo il più fresco di stampa, quella dell’Ipa Previdenza e Assistenza dipendenti Roma Capitale è storia consolidata, storia di una cultura affermata. Rispondere ai bisogni. Qualcuno tra gli iscritti ha bisogno di un prestito? Ci pensa l’Istituto, il prestito non si nega a nessuno, diventa un diritto, una sorta di elemento distinto della retribuzione. Se poi il prestito non viene ripagato da chi l’ha preso…quando c’è Assistenza è quasi la normalità. Serve arrotondare lo stipendio, incrementare il reddito? Al previdente e assistente istituto si possono fare (e sino fatte) anche 180 ore di straordinario al mese. Fatte? Diciamo pagate. E per non negare l’accesso all’ascensore sociale per i figli dei dirigenti e affini college pagati dall’Istituto. Decine e poi decine e poi decine di milioni di euro di “buchi” finanziari che verranno, come tutti gli altri da spreco e arraffo di pubblico denaro, ripianati e pagati dai “ricchi”, ricchi che partono come tali da 35 mila euro lordi annui dichiarati.
Quello in cui “primi” vengono dichiarati e governati e tassati come tali quelli che campano con duemila euro netti al mese e “ultimi” quelli che in denaro pubblico costano pro capite ai “primi” il doppio se non il triplo di quei duemila. E’ uno strano paese e pure storto quello in cui esistono e vigono 622 (!) agevolazioni fiscali. Se le eccezioni alla regola fiscale sono 622, quanto si è rimpicciolita l’applicazione reale della regola per tutti? E’ uno storto e strano paese quello in cui la leader dell’opposizione oggi (Schlein) e la leader dell’opposizione ieri (Meloni) riscuotono successo, lodi e consenso perché vogliono portare soldi agli ultimi saltando il dovere e la fatica di dire, specificare, spiegare chi siano gli ultimi e perché e come lo siano.
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