Autonomia è legge, si definitivo alla Camera. Lega: “Un sogno che diventa realtà”. Pd: “Referendum contro lo Spacca Italia”

Dopo una lunga maratona notturna alla Camera arriva il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull’Autonomia. L’Aula di Montecitorio ha infatti licenziato il provvedimento con 172 sì 99 voti contrari e 1 astenuto. E’ legge. 

La maggioranza esulta con la Lega che parla di “sogno che diventa realtà”. Queste le parole di Roberto Calderoli: “A dirlo mi tremano le gambe per l’emozione… c’è il via libera definitivo della Camera all’Autonomia differenziata! L’approvazione di oggi è il coronamento di anni e anni di battaglie politiche della Lega, all’interno delle istituzioni e nelle piazze insieme ai militanti, con un voto che scrive una pagina di storia per tutto il Paese”. Il ministro delle Autonomie posta queste parole su Facebook subito dopo l’approvazione della riforma dell’Autonomia. Sulla stessa linea Roberto Molinari: “Oggi è una giornata storica perché arriva dopo un lungo percorso politico, per la Lega 40 anni, e per la storia del paese molto di più”. E ringrazia in primis Giorgia Meloni per aver rispettato il patto di maggioranza. 

Per Conte è una legge Spacca Italia

Le opposizioni parlano invece di legge Spacca Italia. A scriverlo su Facebook è il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte: “Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia, che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l’istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze”.  E il gruppo del M5s, dopo l’approvazione, in Aula ha intonato l’inno di Mameli sventolando i tricolori che molti parlamentari pentastellati avevano al collo.

Pd: “Raccoglieremo le firme per un referendum contro lo Spacca Italia”

“Il Pd, insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, è pronto a
raccogliere da subito le firme per un referendum contro lo Spacca Italia“. A spiegarlo è il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia: “Non ci lasciate altro scampo per una raccolta firme per un referendum che sicuramente boccerà lo ‘spacca Italia’”.

In mattinata, la segretaria Elly Schlein aveva commentato così: “Oggi si consuma il secondo atto di un vergognoso scambio fatto sulla pelle delle italiane e degli italiani. Ci avete tenuti qui tutta la notte, con quale urgenza? Lo abbiamo capito: quella di ottenere lo scalpo del sud” e per “un cinico baratto con la Lega. Avete colpito la coesione del nostro paese”. La segretaria del Pd lo aveva detto durante la dichiarazione di voto al ddl Autonomia. “Sancite che esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B a seconda della Regione in cui nascono. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il paese con questa autonomia differenziata fatta senza un euro”. Schlein ha puntato il dito contro FdI apostrofando il partito di Giorgia Meloni “Brandelli d’Italia o Fratelli di mezza Italia”. La segretaria del Pd ha puntato il dito contro il voto nella seduta fiume notturna voluta dal centrodestra, “forse perché si vergogna”, ha aggiunto.

Nella giornata di ieri manifestazione unitaria a Roma

E contro l’Autonomia, per la prima volta le opposizioni sono riuscite a organizzare insieme una manifestazione che si è tenuta in piazza Santissimi Apostoli, a Roma, ieri, martedì 18 giugno. Presenti il Pd, M5s, Alleanza Verdi-Sinistra e Più Europa. Parole d’ordine: “Uniti si può vincere questa destra” e “fermeremo queste riforme”. Le scandiscono più o meno tutti. I destinatari del messaggio hanno nomi, cognomi e ruoli precisi: la premier Giorgia Meloni e i suoi vice Matteo Salvini e Antonio Tajani a destra. E poi il segretario di Azione Carlo Calenda e il presidente di Iv Matteo Renzi, che alla piazza hanno detto “no grazie”.

A Santi Apostoli è tutto un abbraccio e un sorriso fra leader: Elly Schlein e Giuseppe Conte, e poi Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi. “Mi appello a tutte le forze di opposizione: basta divisioni – dice Schlein – Teniamoci strette le differenze, che sono importanti se riusciamo a metterle a valore. È un passaggio cruciale della storia italiana e europea. Facciamoci trovare pronti, uniti e compatti. E’ importante essere qui come forze di opposizione, realtà politiche, sociali e associative, cittadini. Insieme per impedire di stravolgere la nostra costituzione. Li fermeremo insieme, li dobbiamo fermare”. E non finisce qua: “Non è la prima e non sarà l’ultima piazza – dice la segretaria – La prossima volta ci sarà una piazza più grande. Consideriamoci tutti mobilitati in maniera permanente”.

Conte arriva con il suo deputato Leonardo Donno, che alla Camera è stato aggredito dopo aver mostrato il tricolore. Lo porta anche sul palco e Donno s’infervora: “Se il tricolore è una provocazione sventoliamolo più forte”. Applausi. Tante le bandiere dell’Italia, dell’Europa, della pace. In attesa dei comizi ogni tanto scatta un “Bella ciao”. Conte arriva e rassicura: “La nostra collocazione nel campo progressista non è in dubbio”. E poi rincara: “La nostra risposta è forte e unitaria, è un: non passeranno”.

Schlein dal palco scandisce: “L’unità ci dà la forza per manifestare insieme. Non permetteremo a questa destra di stravolgere la Costituzione”. E poi come Conte: “No al premierato e all’autonomia differenziata. Non li faremo passare. Sì alla difesa della Costituzione e dell’Italia antifascista”. Magi invoca il referendum: “Siamo sicuri di raccogliere milioni di firme da parte dei cittadini che non vogliono le riforme plebiscitarie”. Fratoianni dà la carica: “Lo dico qua: battere la destra è possibile. È un formidabile programma politico. Serve generosità, umiltà e unità”. E Bonelli attacca Meloni e la destra: “Siete la vergogna dell’Italia”. Sul palco salgono in tanti. Anche il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, che non è ottimista: “Premierato e autonomia differenziata sono una vendetta contro Costituzione antifascista. Verranno tempi duri, siamo in piena notte”.

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Lorenzo Briotti