Tasse, Gasparri: entrate aumentano se fisco equo e non vessatorio. Giganti del web paghino di più
Tasse, evasioni e sanzioni: il testo unico in materia di versamenti e riscossioni ha riacceso il dibattito sul fisco in Italia, alla luce delle novità introdotte.
Il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri è intervenuto sul tema alle trasmissioni Restart su Rai3 e “Il rosso e il nero” su Radio Uno Rai del 24 e del 25 settembre.
“Il nostro obiettivo sotto il punto di vista fiscale è: semplificazione e rottamazione, ha detto Gasparri
“È necessario quindi arrivare a una definizione del contenzioso perché è meglio incassare una percentuale minore, ma intanto incassare, che lasciare dei soldi bloccati in questo contenzioso.
“Da gennaio a luglio le entrate fiscali del 2024 sono cresciute di 19 miliardi, pari al 6,2%.
Con aliquote che non sono aumentate ma, anzi, in qualche caso diminuite. Grazie anche al principio della flat tax.
Questo significa che quello che diciamo noi è vero: se lo Stato è meno oppressivo, si guadagna di più.
Perché il cittadino è disposto a fidarsi ed evitare anche il rischio della sanzione se ha fatto troppo il furbo”.
E ancora:
“Quindi oggi le entrate fiscali stanno aumentando con una visione più equa e meno vessatoria”.
“Le risorse si stanno trasferendo in un’economia digitale- ha fatto notare il senatore- Ma se le tasse vengono pagate solo dal fondo analogico, noi non reggeremo.
Quindi io vorrei sì lo scontrino al mercato, ha proseguito- ma anche che Bezos, Zuckerberg e gli altri la smettano di pagare lo 0,1% di tasse.
“L’Italia, – ha detto Gasparri- con il governo di centrodestra, ha anticipato la tassa europea, la global minimum tax, ma serve uno sforzo mondiale.
Abbiamo per esempio ancora Bezos che è nel commercio, nella televisione e paga tasse irrisorie.
In Francia hanno messo una tassa del 3% su ogni libro che si compra in rete.
Per evitare che le librerie muoiano, che l’editoria venga strangolata dai prezzi che fa Amazon”
“Come Forza Italia abbiamo fortemente voluto l’abolizione del redditometro. Ha detto ancora il senatore- Anche se riteniamo che ci debba essere uno strumento di ‘difesa’, che consenta di verificare i beni che effettivamente si hanno in proporzione al reddito che si possiede per controllare eventuali incongruenze.
Il vero problema da affrontare sono le piccole imprese e il commerciante all’angolo che non vanno vessati, visto che già vengono penalizzati dal commercio elettronico.
Per questo abbiamo voluto il concordato preventivo biennale.
La crisi del commercio è ben visibile anche nei mercati di piazza, ad esempio, dove troviamo molti banchi chiusi, perché ormai si può comprare tutto online.”
Ed a proposito di extraprofitti, intervenendo a Restart su Rai3 il 24 settembre, il senatore Gasparri ha commentato: “Prima di pensare agli extra profitti dobbiamo intervenire sulla vergogna dei giganti della rete, come Google o Amazon, che non pagano tasse, gestiscono il commercio, l’informazione e molto altro. Sfuggendo al fisco.
Quindi è giusto andare a cercare grandi fortune, ma c’è chi paga zero o uno per cento.
E, oltre alle banche, ci sono anche altri grandi gruppi che stanno guadagnando molto.” Ha concluso.
Nel piano Strutturale di bilancio, dal contributo che il governo chiede alle imprese che hanno fatto molti utili (gli extra-profitti di cui si parla tanto da qualche anno in qua, ndr) non viene previsto alcun gettito.
Lo scrive il Corriere della sera in un articolo stampa del 27 settembre.
Si tratta non solo di banche, ma anche di assicurazioni, farmaceutica, energia, difesa.
Inoltre, non sono ancora chiare le modalità con cui potrà essere definitivo questo contributo. Le banche sono pronte ad anticipare liquidità, mentre per gli altri settori potrebbe essere necessario individuare altre soluzioni.
Il testo unico in materia di versamenti e riscossioni fa discutere.
Una delle novità è che, dopo avere ricevuto la comunicazione di irregolarità, se il contribuente non agisce per rettificare, non sarà più una cartella esattoriale ad arrivare, bensì ipoteche, fermi amministrativi e pignoramenti.
Una misura che lascerà meno tempo al contribuente che, in caso di cifre “basse”, spesso può scegliere di pagare, a torto o a ragione, pur di non correre il pericolo di una sanzione più grave.
Ci sarà comunque la possibilità di chiedere rate ben più lunghe di quelle di oggi.
Possibilità riservata alle rate ordinarie e non alle rate provenienti da provvedimenti di sanatoria e condoni come ad esempio potrebbero essere considerati quelli della rottamazione delle cartelle.
Approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 settembre in esame preliminare, il 24 settembre il Testo unico ha incassato il parere non ostativo delle Commissioni riunite Giustizia e Finanze del Senato.
Mancano soltanto i pareri delle competenti Commissioni della Camera, ma non si dovrà attendere oltre il 10 ottobre, data in cui scade il termine di presentazione dei pareri.
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