Marco Travaglio assolve la Rai scrivendo che Antonio Scurati non sarebbe stato censurato dalla Tv di Stato. Il direttore del Fatto Quotidiano, in un articolo dal titolo “La non censura”, racconta di aver letto le carte aggiungendo che il pasticcio l’avrebbe fatto Serena Bortone, la conduttrice di Che Sarà. Travaglio ricostruisce la vicenda dall’inizio. Ovvero dalla trattativa tra lo scrittore e la Rai avvenuta il 15 aprile, giorno in cui si decide un compenso di 1.500 euro che viene autorizzato dall’Ufficio Contratti. La redazione decide di mandare alla Direzione Approfondimenti di Paolo Corsini il monologo che decide di annullare il contratto per proporre a Scurati una partecipazione a titolo gratuito per “motivi editoriali”. La proposta però, a Scurati non è mai arrivata. E non per colpa dei vertici Rai.
Il direttore del Fatto Quotidiano spiega infatti che “il contratto a titolo oneroso viene annullato (…) in attesa della risposta. Che arriva alle 17.42: la produzione di Che sarà manda via mail ad Alibrandi (il vice di Paolo Corsini ndr) la lista degli ospiti. Accanto a Scurati c’è la sigla TG, titolo gratuito. I dirigenti ne deducono che Scurati ha accettato di partecipare gratis e danno l’ok al comunicato stampa che alle 19.09 annuncia gli ospiti dell’indomani, incluso Scurati sul 25 Aprile. Ma allo scrittore la Bortone&C non han chiesto se sia d’accordo. Infatti in serata la Bortone cerca i dirigenti per segnalare il casino”.
Travaglio, che nell’articolo fa ammenda del fatto di aver accusato la Rai di censura, spiega ancora: “I capistruttura non rispondono subito. E allora lei (Serena Bortone ndr) pubblica il post su Instagram in cui annuncia la censura. Ma Scurati ha ancora i biglietti del treno da e per Milano e l’hotel romano prenotati dalla Rai e autorizzati il venerdì mattina da Alibrandi, che li annullerà solo alle ore 13. Lo scrittore comprensibilmente decide di non partire. Ma i dirigenti Rai non hanno mai detto che non dovesse leggere il suo monologo. Sono così fessi da sembrare censori anche le rare volte in cui non lo sono” conclude Travaglio.