Maurizio Gasparri: Trieste è simbolo dell’Italia e dell’italianità ed evoca l’amor di Patria.
Oggi ricorre l’anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. Esattamente settant’anni fa la città potè ricongiungersi alla nostra Nazione.
Un cammino denso di asperità che culminò, nei primi giorni del novembre del 1953, in una rivolta per rivendicare l’italianità di Trieste e che diede una svolta alla storia italiana e al futuro della città.
Per il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, la città giuliana è simbolo dell’Italia e dell’italianità, e in occasione dell’importante anniversario commenta:
“Nel mio ufficio tengo ben esposta e ben incorniciata una di quelle bandierine tricolore che furono sventolate il 26 ottobre del 1954, quando la città, settant’anni or sono, tornò finalmente all’Italia.
Non sono triestino ma, in realtà, siamo tutti triestini.
Perché Trieste evoca l’amor di patria, perché a Trieste essere italiani è sempre stata una scelta accompagnata da sofferenze e talvolta, addirittura, da eroismo.
Ricordo, con orgoglio, quando da ministro nel cinquantenario del ritorno di Trieste all’Italia ho avuto l’onore di conferire delle medaglie ai familiari degli ultimi caduti per il ritorno di Trieste all’Italia, in drammatici scontri del 1953.
Oggi si celebra il 70º anniversario, che tutti viviamo in un momento di conclusione del lungo percorso del Risorgimento, partito nel secolo precedente e compiuto soltanto in quel giorno dell’ottobre del 1954.
Trieste è nel nostro cuore. Trieste è il simbolo dell’Italia e della italianità.
Le celebrazioni odierne ci richiamano tutti all’amor di patria, all’appartenenza a una grande comunità nazionale, all’orgoglio di essere italiani. Ricchi di storia, di tradizione, di conoscenza e di cultura”.
“Dopo lunga attesa e lungo soffrire, siamo finalmente liberi, perché un popolo è libero
soltanto entro i confini della propria Patria, e la Patria nostra è stata, è, e sarà sempre l’Italia. Oggi il nostro cuore è pieno di gioia e di commozione”.
Il sindaco Roberto Dipiazza ha fatto sue queste parole che Gianni Bartoli, il primo sindaco democraticamente eletto dopo il secondo conflitto mondiale, pronunciò il 26 ottobre 1954.
“Città crocevia di culture e popoli, Trieste era contesa tra l’Italia e la Jugoslavia socialista guidata da Tito, con l’interesse degli Stati Uniti e del Regno Unito a mediare per evitare un’escalation del conflitto nell’Europa sud-orientale”, ha detto ancora il sindaco che ha ha ripercorso le tappe che portarono al ritorno all’Italia: il Memorandum di Londra del 5 ottobre tra Italia, Jugoslavia, Stati Uniti e Regno Unito 1954 e poi l’ingresso delle truppe italiane in città.
“Un momento di grande esultanza per i triestini- ha ricordato il sindaco Dipiazza- che accolsero con entusiasmo le truppe italiane e festeggiarono l’evento come una liberazione”.