L’emendamento al decreto legge sulle liste d’attesa presentato dal senatore della Lega Claudio Borghi, che mirava a cancellare l’obbligo vaccinale per i minori fino a 16 anni e i minori stranieri non accompagnati, non sarà esaminato. Fonti parlamentari riferiscono che l’emendamento verrà dichiarato inammissibile per estraneità di materia quando martedì mattina si riunirà la commissione Affari sociali del Senato, attualmente impegnata nell’esame del decreto.
Borghi aveva presentato due emendamenti al decreto sulle liste d’attesa in sanità. Il primo emendamento proponeva di depennare la legge Lorenzin del 2017 sull’obbligo vaccinale per i bambini, riducendo i vaccini obbligatori a quattro e rendendo altri otto solo “raccomandati”. Questo avrebbe significato che i vaccini contro morbillo, rosolia, parotite e varicella non sarebbero stati più obbligatori. Inoltre, si chiedeva di permettere l’iscrizione alle scuole per l’infanzia anche ai bambini non vaccinati per queste quattro patologie.
Il secondo emendamento chiedeva di eliminare l’obbligo di inserimento dei dati delle prestazioni sanitarie nel Fascicolo sanitario elettronico. Borghi ha spiegato che si trattava di una sorta di “opt out”, data la richiesta di molte persone di non inserire i propri dati sanitari pre-2020 nel fascicolo.
Le reazioni sono state fortemente negative. Beatrice Lorenzin, madre della legge del 2017, ha definito la proposta “una vera e propria follia”. Roberto Speranza, ex ministro della Salute, ha parlato di “farneticazioni antiscientifiche”. Anche dal centrodestra sono arrivate critiche, con Raffaele Nevi di Forza Italia che ha sottolineato l’importanza di garantire la sicurezza sanitaria della popolazione.
Dal 2017, in Italia, sono dodici i vaccini obbligatori per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella. Prima della legge Lorenzin, solo quattro vaccinazioni erano obbligatorie: contro difterite, poliomielite, tetano ed epatite B.
La proposta di Borghi di ridurre il numero di vaccini obbligatori e di consentire l’iscrizione scolastica anche ai non vaccinati ha sollevato un ampio dibattito e forti opposizioni, con la prospettiva che il tema rimanga al centro dell’agenda politica e sanitaria del Paese.