L’Italia non ha votato il Patto Ue, il nuovo accordo internazionale che riguarda gli Stati membri della Unione Europea impegnati a favorire la crescita e ad arginare il debito. La Riforma è passata, l’Italia si è astenuta. A favore solo tre nostri deputati. Contrari i Cinquestelle. Astenuti maggioranza e Pd. Amarezza del Commissario alla Economia, Paolo Gentiloni, che a questo Patto ha sempre creduto in quanto disciplina il bilanci dei Paesi Ue.
Inatteso voltafaccia delle destre nonostante il Governo avesse approvato la riforma. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega non l’hanno sostenuta. Il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo patto di Stabilità con 367 sì, 161 no e 69 astenuti. Il partito Democratico non ha sostenuto le norme (valide dal 2025) in quanto hanno definito il testo “eccessivamente peggiorativo”, malgrado la riforma abbia avuto il sostegno socialista. Fa molto discutere il passo a lato dei 3 partiti di maggioranza italiani proprio perché a dicembre la premier Meloni aveva dato l’ok ( il testo ha avuto il si’ dell’Ecofin).
È il caso di ricordare che il patto, cioè l’insieme di norme che garantiscono la disciplina del bilancio dei Paesi Ue, era stato sospeso nel marzo 2020 causa Covid. Tornerà in vigore dal 2025. Tranciante il commento di Giuseppe Conte (ma siamo in campagna elettorale): “O al governo sono dei dilettanti allo sbaraglio oppure non vogliono lasciare impronte su tagli che strozzeranno il nostro Paese per anni”. Insomma, calcoli elettorali più forti della coerenza. Di più: M5S e Alleanza Verdi-Sinistra hanno evocato la “sfiducia a Giorgetti”, il ministro dell’Economia, che ha sempre dipinto l’accordo come “sostenibile”. Forza Italia al pari della Lega, ricordando il voto europeo di giugno, si è giustificata dicendo che il patto così come votato non serve all’Italia: “Lo cambieremo con una nuova maggioranza”.
Dice Giovanni Orsina storico, politologo: “Tutti hanno incontrato una enorme difficoltà a ridurre la spesa pubblica. Ci hanno provato in tanti ma non c’è riuscito nessuno. Tutti si sono arresi: governi di destra, di sinistra, tecnici. L’unica speranza è che la sfida venga affrontata con alle spalle una crescita sostenuta. Il Governo Meloni dovrebbe dedicarsi maggiormente a questa realtà. Tuttavia non mi sembra che il nuovo patto sia però lo strumento adatto a ripensare o rilanciare l’Europa. È soltanto una presa d’atto di come le regole vecchie fossero inadeguate”.
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