Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è ripartito nel tardo pomeriggio dall’aeroporto Ben Gurion a bordo dell’Air Force One. Pochi minuti dopo è ripreso il lancio dei razzi da Gaza nella parte centrale di Israele.
Prima novità importante seguita alla visita: Israele, ha spiegato Biden, ha accettato di permettere l’ingresso degi aiuti umanitari a Gaza “il più presto possibile”.
“Israele ha concordato che l’assistenza umanitaria possa iniziare a spostarsi dall’Egitto a Gaza”, ha detto Biden, aggiungendo che gli Stati Uniti stanno lavorando con i partner per far sì che “i camion attraversino il confine il prima possibile”.
Chiaro il doppio scopo del presidente americano, accorso di persona per sostenere politicamente e militarmente Israele dopo l’atroce attacco subito, ma anche preoccupato di dissuadere il governo israeliano dal farsi trascinare da emotività e desiderio di vendetta.
La rabbia che prova Israele dopo l’attacco del 7 ottobre è la “stessa che gli Stati Uniti hanno provato dopo l’11 settembre” ha dichiarato Biden a Tel Aviv definendola “shock, dolore, rabbia divorante”. Ma, ha ricordato, a causa di quella rabbia “gli Stati Uniti hanno commesso degli errori dopo l’11 settembre”.
“Bisogna fare giustizia” ma “non lasciate che questa rabbia vi consumi”, ha aggiunto Biden. Sottolineando che “le scelte non sono mai facili” e “c’è sempre un prezzo da pagare” perché “richiedono una valutazione onesta”. “La maggioranza dei palestinesi non sono Hamas” e “anche la perdita di vite palestinesi conta”.