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Chi sono gli Houthi? perché Usa e Uk si sono vendicati dei loro attacchi alle navi nel Mar Rosso?

Chi sono gli Houthi e perché Stati Uniti e Regno Unito si sono vendicati dei loro attacchi alle navi nel Mar Rosso?

Dopo ripetuti attacchi nel Mar Rosso da parte di ribelli Huothi, gruppo armato yemenita filo iraniano, con droni e missili contro navi commerciali e militari in transito, le forze armate USA e britanniche, con il sostegno di Australia, Bahrain, Canada e Paesi Bassi, hanno risposto con lancio di missili su diversi obiettivi militari nello Yemen.

Tara Copp e Lolita Baldor, analizzano la situazione.  Alla prudenza degli Stati Uniti delle scorse settimane, scrivono, dovuta alla necessità di salvaguardare la precaria pace tra fazioni rivali nello Yemen e di evitare l’inizio di un conflitto più ampio nella regione, i ribelli hanno risposto con un attacco con 18 droni, missili da crociera antinave e un missile balistico antinave.

Le navi e gli aerei militari statunitensi e dei partner che proteggono le vie d’acqua sono riusciti a deviare l’attacco dei giorni scorsi ma la portata e la gravità delle azioni intraprese dagli Huothi hanno determinato una dura condanna internazionale.

La storia dei ribelli Houthi è una storia di massacri che si sono susseguiti in anni di combattimenti sanguinosi e inconcludenti; una guerra per procura tra Arabia Saudita e Iran.

Scesi dalla loro roccaforte settentrionale nello Yemen nel 2014 conquistano la capitale, Sanaa, dando il via ad una guerra spietata che ha causato oltre 150.000 morti tra combattenti e civili ed ha creato uno dei peggiori disastri umanitari del mondo. Lo Yemen è il paese più povero del mondo arabo e la guerra interna ha ulteriormente causato fame e miseria.

Nel 2015 l’Arabia Saudita, a capo di una coalizione di paesi dell’area, cerca attraverso varie negoziazioni di riportare al potere il governo in esilio dello Yemen riconosciuto a livello internazionale.

Da poco più di un anno si è arrivati ad una sorta di cessate il fuoco che ha agevolato lo scambio di prigionieri tra Arabia e ribelli e una delegazione Houthi è stata invitata a colloqui di pace a Riyadh a settembre come parte di una più ampia strategia di distensione che il regno ha raggiunto con l’Iran.

Gli Houthi hanno continuato negli anni, sporadicamente, ad attaccare le navi nella regione ma dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas gli attacchi si sono intensificati dando il via ad un’intensa campagna militare contro le basi statunitensi in Iraq e Siria e contro molte navi commerciali in transito nel Mar Rosso.

Molte navi sono state danneggiate e alcune compagnie di navigazione internazionali sono state costrette a deviare le loro rotte intorno al Capo di Buona Speranza.

Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, ha dichiarato che il gruppo vuole impedire alle navi israeliane di navigare nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden fino a quando non cesserà l’aggressione israeliana contro i loro fratelli nella Striscia di Gaza.

In realtà poche delle navi prese di mira hanno legami diretti con Israele.

Il mese scorso il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha annunciato l’operazione Prosperity Guardian con la quale gli Stati Uniti e più di altri 20 Paesi hanno creato un ombrello protettivo per le navi commerciali che hanno deciso di continuare a transitare nel Mar Rosso.

Un’iniziativa che si è rilevata fondamentale, come ha dichiarato ai giornalisti un alto funzionario dell’amministrazione statunitense, per intercettare il fuoco in arrivo sulle navi in transito impedendo che fossero colpite o, nel peggiore dei casi, affondate.

Finora l’operazione Prosperity Guardian ha aiutato più di 1.500 navi commerciali a transitare in sicurezza nel Mar Rosso.

Dopo i ripetuti attacchi degli Houthi, l’International Maritime Security Construct, consorzio di paesi che si sono associati per mantenere l’ordine e la sicurezza nel Golfo Arabico e in altri siti marittimi della zona, ha lanciato un avvertimento alle navi che transitano nel Mar Rosso e a Bab el-Mandeb.

Secondo il documento, le navi dovrebbero scegliere rotte il più possibile lontane dalle acque yemenite, viaggiare di notte e non fermarsi perché ciò le rende un bersaglio più facile.

 

Marco Benedetto

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