Elezioni europee, ecco i numeri prima dei commenti. Questi si riducono all’essenziale: avanza la destra destra, euroscettica, arrivando a controllare un quarto dei seggi nel nuovo Parlamento.
Ma la maggioranza che ha portato Ursula von der Leyen alla testa della Commissione ha retto, pur perdendo qualche seggio, grazie anche al miglioramento dei Popolari, dominati dai democristiani tedeschi. Anzi la posizione di Ursula si potrebbe dire rafforzata, essendo in grado di giocare su una maggioranza alternativa, ad esempio con Meloni, in una riedizione dei due forni di Andreotti.
Grande sconfitta e la Francia di Macron, abituata a fare il bello e il cattivo tempo in Europa. Il nuovo Parlamento europeo avrà 720 seggi, il Parlamento uscente ne aveva 705. Questo perché in questi 5 anni dal 2019 al 2024 nuovi Stati sono entrati nella Unione Europea. Ecco come dovrebbero essere ripartiti i seggi nel nuovo Parlamento e come lo erano in precedenza.
2024 2019
I grandi sconfitti di queste elezioni europee, dopo il partito di Macron in Francia, sono in Germania i Verdi e i socialisti, in Italia i grillini. Ma i partiti di centro hanno mantenuto la maggioranza nel nuovo parlamento.
I primi risultati mostrano che il Partito popolare europeo di centrodestra è sulla buona strada per conquistare 184 seggi, lasciando i Socialisti e Democratici al secondo posto con 139 seggi, mentre il gruppo liberale Renew con 80, mantiene il terzo posto. I Verdi sono destinati a scendere da 71 seggi nel 2019 a 52.
Stando alla terza proiezione diffusa dall’Eurocamera (che tiene conto dei dati di 22 Paesi), la maggioranza composta da Ppe, Socialisti e Renew perde 15 eurodeputati ma resta l’unica percorribile: con quota 404 seggi mantiene un margine rassicurante rispetto alla soglia necessaria di 360 eurodeputati. Se, in teoria, il Ppe si rivolgesse esclusivamente ai gruppi di Ecr e Id (ai quali andrebbero aggiunti le delegazioni di Fidesz e Afd), la soglia dei 360 non sarebbe raggiunta. Allo stesso modo, anche un alleanza (improbabile) tra Ppe, Conservatori e Riformisti e Liberali sarebbe ben lontana dalla maggioranza.
Il Ppe – che ottiene 189 seggi, cioè 12 in più di quelli attuali – esulta e si rivolge immediatamente Socialisti e Renew per “unirsi per un’alleanza pro-europea”: “Il Ppe è di nuovo il più grande gruppo al Pe, abbiamo vinto le elezioni e tra i principali partiti siamo gli unici che siamo cresciuti. La nostra candidata è Ursula von der Leyen, ha fatto una grande campagna elettorale”, ha detto Manfred Weber del Ppe parlando dall’emiciclo dell’Eurocamera. “La questione è quale sarà la maggioranza, e io invito i Socialisti e Renew a unirsi a noi per un’alleanza pro-europea“, ha aggiunto il presidente del Ppe chiedendo di “rispettare i risultati delle Europee” nella composizione dei top job comunitari.
Rispondendo a una domanda sulla possibilità di un’alleanza con i Conservatori (Ecr) della premier Giorgia Meloni, Weber ha sottolineato: “Ora dobbiamo trovare il sostegno necessario al Parlamento europeo e al Consiglio” per indicare il nome del prossimo presidente della Commissione europea, “oggi si festeggia e da domani si vedrà che volto avrà la maggioranza” in Europa.
Fiduciosa in un suo secondo mandato Ursula von der Leyen, parlando ai giornalisti all’Eurocamera, si rivolge agli attuali alleati: “Da domani ci rivolgeremo a S&D e Renew, con i quali abbiamo una relazione costruttiva e provata. Il nostro obiettivo è continuare sul cammino di una piattaforma pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto. Ci sono forze che vogliono indebolire l’Europa, ma la maggioranza dei cittadini europei, con questo voto, ha chiarito che vuole un’Europa forte”, ha aggiunto.
“Renew europe è ancora una volta il terzo gruppo dell’Eurocamera ed è un gruppo importante per il futuro della governance europea. Nessuna maggioranza pro Europa sarà possibile senza Renew Europe, saremo al centro della maggioranza che verrà”, ha detto la vicepresidente di Renew Europe, Iskra Mihaylova. Intanto dal gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei arriva una sorta di possibile apertura: “In passato nulla ci ha impedito di dialogare con Ursula von Der Leyen, tutto dipende dal programma”, ha detto la vice presidente del gruppo Ecr Assita Kanko.