Il Congresso elettorale del PSE alla Nuvola dell’Eur si è concluso sabato con l’elezione all’unanimità del lussemburghese Nicolas Schmit, 70 anni, commissario Ue al lavoro. Uno Schmit che non si sente battuto in partenza e ha detto chiaro e forte:” Io e Von Der Leyen siamo in corsa” .
Domanda: e se il PPe prenderà più voti? Nicolas risponde: ”Allora sarà necessario concordare un programma che tenga conto delle nostre istanze”. Il congresso ha fissato dei capisaldi, in testa a tutti un imperativo: mai con i conservatori di Giorgia Meloni, mai con Identità e Democrazia di Matteo Salvini, mai con Afd, Pis, Vox, Le Pen.
Dal 1979 il PSE condivide il governo europeo insieme ai popolari. Per quanto Schlein venga incoronata dai partner europei nel ruolo di antagonista di Meloni, sull’onda dell’entusiasmo per il voto in Sardegna, la crisi che attraversa il PSE a livello europeo pone il partito di fronte al rischio concreto di far parte della nuova “ maggioranza Ursula” insieme ai conservatori guidati dalla premier italiana .
L’ESORDIO DI ELLY COL PSE
La segretaria dem è intervenuta al congresso del partito socialista europeo entrando a gamba tesa contro Meloni: ”Guardate qui in Italia: c’è un governo di estrema destra che si oppone a un salario minimo che garantisca condizioni di vita dignitose”. Ma dove era il Pd negli ultimi 20 anni?
“A Pisa si reprime la libertà dei nostri giovani di manifestare in sicurezza: io sto con il presidente Mattarella, con i ragazzi i manganelli sono un fallimento”. Puro ’68.
E ancora:” Vediamo una finestra di cambiamento che inizia ad aprirsi nel Paese, vediamo che l’alternativa esiste. Il cambiamento è possibile, lo abbiamo già dimostrato e, insieme, lo dimostreremo a giugno. Sarà una campagna elettorale cruciale per il destino del nostro Continente “. Inevitabile un esplicito riferimento alla pentastellata Alessandra Todde.
Ha ricordato Elly Schlein: ”La vittoria è stata ottenuta grazie all’unità di tutti i partiti della coalizione, perché non abbiamo vinto da soli; a giorni si voterà in Abruzzo, un’altra regione importante e voglio esprimere tutto il nostro sostegno a Luciano D’Amico, anche lui candidato unitario di Pd e M5S “.
MA AI SOCIALISTI DEL NORD NON PIACE IL PD COL M5S
Per gli alleati dei dem in Europa è irrinunciabile il sostegno all’Ucraina. I socialisti nord europei (in declino) non vedono di buon occhio la compagnia del populismo 5 stelle e non lo hanno nascosto. Pomo della discordia le posizioni sull’Ucraina che i progressisti europei considerano irrinunciabile. Rispetto alla Segretaria dem ci sono anche significative differenze in tema di gestione di dossier migranti.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il campo non è largo.Lo ha lasciato intendere anche Prod. È spaccato ovunque. Dalla Basilicata al Piemonte passando per le Comunalia Firenze. Va detto: Pd e M5S sono ai ferri corti. Emblematico il caso Basilicata. Roberto Speranza vuole imporre il suo candidato alle altre formazioni, cioè Angelo Chiorazzo, esponente del mondo delle Coop Bianche, ma l’uomo vicino a Speranza non va bene al Pd e non piace neppure a Giuseppe Conte.
Le cose non migliorano in Piemonte dove l’ex sindaco Chiara Appendino non ne vuole sapere di un candidato dem. Nuvoloni all’orizzonte.
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