Iran, il mondo in piazza contro la barbarie degli ayatollah. Domenica storica. La rivolta contro il regime teocratico e liberticida ha segnato un punto importante, forse fondamentale.
Proteste dilaganti: negli atenei, nel cuore di Teheran; manifestazioni di molti giovani soffocate dalla violenza dei poliziotti in borghese. Striscioni ribelli che hanno reso omaggio ai 176 passeggeri e membri dell’equipaggio uccisi quando il volo PS752 della Ukraine Internazional Airlines è stato “erroneamente “ abbattuto dai Pasdaran vicino a Teheran l’8 gennaio 2020. Ma si sono visti anche molti cartelli che ricordavano le ultime due impiccagioni avvenute sabato 7 gennaio dopo processi farsa. In alcune città – Kermanshah, Saghez, Abdanan – hanno addirittura scioperato i negozianti.
L’ONDA SI ALLARGA DA NORD A SUD IN IRAN
La rivoluzione della cosiddetta “Generazione Z” – figli del nuovo millennio – sta assumendo contorni e volumi di partecipazione sempre più vasti. È un crescendo a valanga. Un’onda iniziata il 16 settembre, il giorno in cui la polizia religiosa ha pestato a sangue Masha Amini, 22 anni, colpevole di aver indossato in modo sbagliato il hijab, cioè il velo che cela lo sguardo. Il velo islamico. Il vestito secondo la Sharia.
Su questo gli integralisti Musulmani (vogliono il ritorno ai “fondamentali” dell’Islam delle origini, ritenuti autentici e infallibili) non cedono. Masha è la prima martire di questa storia. Le ragazze una dopo l’altra si sono tolte il velo, tagliandosi ciocche di capelli. Così tutto è cominciato. E gli ayatollah ora hanno paura. I ragazzi non vogliono essere agnelli che vanno al macello.
PROTESTA IN 80 CITTÀ DEL MONDO
Un coro contro”l’Isis dell’Iran”. Si sono mobilitate 80 città per commemorare le vittime della repressione. Da Brisbane a Londra i dimostranti hanno scandito parole dure a difesa dei diritti umani. L’Iran ha superato la linea rossa ma l’intelligence iraniana continua ad annunciare l’emissione di mandati d’arresto contro chi “disturba la quiete pubblica e la sicurezza “.
IL PUGNO DURO IN IRAN CONTINUA
I pasdaran non mollano. Scrivono i giovani in un video pubblicato online :” Ogni manifestante che viene ucciso, migliaia lo sostituiranno. La nostra patria non sarà salvata a meno che i mullah non muoiano”. Nel frattempo i Guardiani delle rivoluzione continuano ad allungare l’elenco delle morti sospette. Un giornalista si è “suicidato” dopo essere stato scarcerato. Si tratta di Mohsen Javarirad, 36 anni, critico cinematografico. Stava tornando a casa.
PAPA FRANCESCO INVOCA IL DIRITTO ALLA VITA
Anche Bergoglio è intervenuto sulla vicenda Iraniana. Ha detto:” In Iran si chiede rispetto, dignità. Basta pena di morte. Il diritto alla vita è minacciato laddove si continua a praticare la pena di morte, come sta accadendo in questi giorni in Iran in seguito alle recenti manifestazioni che chiedono rispetto per la dignità delle donne”. E poi:”la pena di morte non può essere utilizzata per una presunta giustizia di Stato poiché essa non costituisce un deterrente, ne’ offre giustizia alle vittime ma alimenta solamente la sete di vendetta”.