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Islam radicale, stop in Francia agli imam che arrivano dall’estero: e l’Italia che farà?

Islam radicale, stop in Francia agli imam che arrivano dall’estero. Una stretta contro l’Islam radicale partita dalla Francia con l’anno nuovo.

D’ora innanzi i religiosi musulmani devono accettare i principi della Repubblica francese. Due in particolare. Primo: uguaglianza tra uomo e donna. Secondo: vietata la strumentalizzazione della fede per fini politici .

È scritto, nero su bianco, sulla “Carta dell’imam” redatta di comune accordo con le varie associazioni dei luoghi di culto. Svolta storica? Sì. Macron ha voluto questa linea Maginot tra gli stessi imam: quelli già allineati e i furbetti del doppio gioco che predicano (ufficialmente) bene ma razzolano male simpatizzando per i guerrieri di Allah.

Un dato emblematico: in Francia sono state costruite più moschee in trent’anni che tutte le Chiese in un secolo. La vicina Bruxelles è ormai la base dei Fratelli Musulmani nel Vecchio Continente, in Spagna  crollano le parrocchie, nella Germania post-moderna il muezzin è autorizzato a chiamare i fedeli, dal minareto, alle cinque preghiere canoniche (e al servizio solenne del venerdì). E in Italia? È il Paese dove i musulmani stanno investendo di più. Occhio.

IL MESSAGGIO DI MACRON ALL’EUROPA
La svolta del presidente francese può anche avere, ragionevolmente, un sapore propagandistico in vista delle Europee di giugno; ma regge ancor più, date le circostanze, la  mossa (quasi) allarmistica rivolta a tutta l’Europa occidentale.

Una sorta di “sveglia” peraltro ben servita da opportuni accordi iniziati nel 2021 dopo il discorso di Les Mureaux. Insomma una allerta a vigilare su un fenomeno criminale che etichettiamo come “fondamentalismo e terrorismo islamico”.

Un fenomeno che ha sconquassato la Francia costringendola a pagare un prezzo molto alto. Basti ricordare gli 84 morti nell’attentato sul lungomare di Nizza (luglio 2016) o, l’anno prima, le stragi di Parigi in luoghi diversi (Sant Denis, Bataclan) con 137 morti e 416 feriti.

MA L’EUROPA È PRONTA?
Mica tanto. Non ancora in modo adeguato anche se, proprio a Capodanno  2024, si sono viste inedite e corpose misure di sicurezza.

Misure che bisognerà adottare in modo strutturale. L’Italia è da qualche giorno nella lista nera (anche) degli Hezbollah; va tenuto in conto che l’Islam ha una vocazione universale e che l’Europa invecchia e prosegue nel suo declino. Ci sono ormai moschee ovunque, quella di Roma è stata costruita nel 1984 (60 miliardi), presidente Pertini.

Molti Paesi che oggi sono islamici un tempo erano originariamente cristiani come Algeria, Turchia, Egitto, Serbia. Anche in altri Paesi l’Islam ha soppiantato la religione precedente, come scrive nel suo ultimo saggio Giulio Meotti.

È sicuro lo scrittore statunitense Kedar Iyer:”L’Europa è il bottino finale”. E la demografia è il motore del cambiamento. Con gli attuali tassi di fertilità musulmana , in due generazioni (30 anni) “la popolazione immigrata sarà maggioranza “ (dossier “Liberte’ politique”, n.88 del 2021).

Alle stesse conclusioni è arrivato “El Pais”, giornale della sinistra spagnola. Morale : con questo cristianesimo “devirilizzato e annacquato “ (copyright Dominique Rey) l’Islam galoppa.

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