Italia-Russia, tensione nei cieli. Due aerei di Mosca intercettati dai nostri caccia sul Mar Baltico. Due episodi in due giorni. I velivoli russi ignoravano i segnali radio. Il doppio allarme ha messo in agitazione la nostra Areonautica Militare è il comando Nato di Ueden,in Germania. Qualcosa non torna: errore o provocazione? Perché è vero che gli aerei militari russi si trovavano nello spazio aereo internazionale e non in quello della NATO, ma è altrettanto vero che gli aerei dello “zar”, pur non avendo intenzioni ostili, sono rimasti in un inquietante silenzio. L’incubo di una escalation tormenta l’Occidente. Anche Varsavia ha alzato i suoi jet. Reazione immediata: dalla base polacca di Malbork, città un tempo capitale della Prussia, sono immediatamente decollati i caccia italiani e tutto si è risolto per il meglio. Resta l’allerta massima determinata dal conflitto con Kiev; in Romania, per la seconda volta in 7 mesi, sono piovuti frammenti di droni; fatto ormai all’ordine del giorno.
UCRAINA SEMPRE PIÙ MARTELLATA
Decine di droni e missili stanno danneggiando le centrali termiche e idroelettriche nel centro e nell’ovest dell’Ucraina. Zelensky è stato chiaro: “Il Paese terrorista (ndr, così chiama la Russia) vuole che si ripeta il disastro ecologico di Kherson”. Ma ora non solo l’Ucraina è minacciata, lo è anche la Moldavia. Kiev continua ad invocare più approvvigionamenti per il fronte sostenendo che il vantaggio russo di munizioni sparate è di 6 a 1. Dice il comandante delle forze ucraine Oleksandr Syrsky: “La guerra è cambiata. I soldati sono terrorizzati dai droni di Mosca. Ogni giorno ne volano a migliaia sui cieli del Donbass. Quando si avvicinano, o ti butti in un bunker, o sei spacciato”. Anche la Polonia è parecchio nervosa, teme sconfinamenti russi. Così spedisce in cielo i suoi caccia ( e quelli della Nato) e alza la voce contro il Cremlino.
L’ALLARME DEL PREMIER POLACCO TUSK
Stanno suscitando ulteriore preoccupazione le dichiarazioni rilasciate a Repubblica dal premier polacco Donald Tusk. Ha detto: “Non voglio spaventare nessuno, ma ogni scenario è possibile. È l’era prebellica. Non sto esagerando. Sta diventando ogni giorno più evidente”. Poi ha aggiunto: “Non c’è motivo per cui gli europei non debbano rispettare un principio fondamentale e spendere almeno il 2% del Pil per la difesa”. Al momento non sono escluse altre scintille Russia-Nato; ma secondo Piero Batacchi, direttore della Rivista italiana Difesa “non c’è un rischio di eccesso di reazione, né da parte della Nato né da parte della Russia. I militari di entrambe le parti si muovono secondo protocolli già settati. Sono storie militari che si fronteggiano da quasi 80 anni con una perfetta conoscenza reciproca. Se anche ci fosse un incidente, la controparte attiverebbe una risposta proporzionata e sensata. Poi scatterebbero le procedure di raffreddamento”. Speriamo.
UN ALTRO QATARGATE IN ARRIVO?
Bruxelles indaga sulle interferenze russe scoperte dai servizi segreti di Praga secondo cui Mosca avrebbe dato soldi agli eurodeputati per influenzare il voto di giugno. Il premier belga De Croo ammette che “è venuto alla luce che Mosca si è avvicinata agli eurodeputati e ha pagato la loro campagna elettorale per promuovere la sua propaganda”. Ha aperto il vaso di Pandora giovedì scorso il Bis ( servizio segreto della Repubblica Ceca). Nel mirino il sito “The Voice Off Europe” di Praga, filo russo, finanziato dal Cremlino, specializzato nel seminare zizzania. Ma è proprio così?
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