Joe Biden intende partecipare al secondo dibattito tv con Donald Trump il prossimo settembre: lo riporta la Cnn, citando fonti vicine al presidente. Joe Biden “non abbandonerà” la corsa alle elezioni 2024. Lo afferma il portavoce della campagna di Biden Seth Schuster, secondo quanto riportato da The Hill.
Joe Biden intende partecipare al secondo dibattito tv con Donald Trump
Insomma due smentite ufficiali che hanno almeno il merito di confermare il clima di assoluta sfiducia nelle alte sfere dei Democratici di conservare la casa Bianca: la performance del vecchio presidente ieri è stata disastrosa. Scontati commenti negativi e lazzi a destra, meno prevedibili gli appelli dell’ultima ora di veri, onesti amici di Biden che gli chiedono dalle colonne editoriali più autorevoli di rassegnarsi a farsi da parte.
Uno, il premio Nobel Krugman, l’altro il politologo e celebre firma del New York Times Thomas L. Friedman. Personalità diverse, stessi toni, affettuosi e allarmati, per convincere lo stimato leader a riconoscere i suoi limiti fisici attuali.
L’appello del Nobel Paul Krugman
Joe Biden, “il miglior presidente della mia vita da adulto, deve ritirarsi”. Lo afferma il premio Nobel Paul Krugman sulle pagine del New York Times, ammettendo di vedersi costretto a entrare nel coro che chiede a Biden di “volontariamente farsi da parte”.
Krugman ritiene che scegliere Kamala Harris per il dopo-Biden non significa accontentarsi: la vicepresidente infatti non avrebbe alcun problema a presentarsi come l’alternativa a Donald Trump. “In ogni caso, anche se non sopporto vedere Biden in questa posizione, è una buona persona e spero che farà la cosa giusta”, ha messo in evidenza Krugman.
Friedman: “Deve ritirarsi dalla corsa”
Joe Biden è un brav’uomo e un buon presidente. Deve ritirarsi dalla corsa”: è il titolo dell’editoriale scritto sul New York Times dall’autorevole columnist Thomas L. Friedman, amico ed estimatore del presidente, dopo la cattiva performance nel duello tv con Donald Trump. Nel suo intervento Friedman invita la famiglia e il team di Biden a riunirsi e discutere col presidente per convincerlo a farsi da parte nell’interesse del Paese spianando la strada ad una competizione “aperta” per la nomination.
“Finora – scrive – ero stato pronto a dare a Biden il beneficio del dubbio, perché durante i momenti in cui mi sono confrontato con lui faccia a faccia l’ho trovato all’altezza del compito. Chiaramente non lo è più. La sua famiglia e il suo staff dovevano saperlo. Sono giorni ormai che si sono rintanati a Camp David per prepararsi a questo dibattito epocale. Se questa è la migliore prestazione che potevano ottenere da lui, è tempo che Joe mantenga la dignità che merita e lasci il palco alla fine di questo mandato”.
“Se lo farà – prosegue – gli americani comuni applaudiranno Joe Biden per aver fatto quello che Donald Trump non farebbe mai: mettere il Paese prima di se stesso. Se insiste a candidarsi e perde contro Trump, Biden e la sua famiglia – nonché il suo staff e i membri del partito che lo hanno consentito – non potranno farsi vedere. L’America ha bisogno di meglio. Il mondo ha bisogno di meglio”.