I primi risultati delle elezioni europee danno il Ppe in testa, seguito dai Socialisti&Democratici. I liberali di Renew Europe sono dati al terzo posto confermando seppur con numeri diversi, la stessa maggioranza dell’Europarlamento uscente. Nel Parlamento Ue saranno eletti in 720: 76 saranno quelli italiani. Vediamo i risultati che sono emersi in questa tornata elettorale paese per paese.
In Francia il partito Rassemblement National di Marine Le Pen, guidato attualmente da Jordan Bardella, ha il doppio dei voti del partito macroniano Reinassance. Il presidente francese ha parlato in diretta tv alla nazione annunciando lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e il voto anticipato il 30 giugno e il 7 luglio. In Germania crolla l’Spd al suo minimo storico (13,9%). Il partito del cancelliere Olaf Scholz viene superato dai sovranisti di AfD (15,9%). Qui, la Cdu è di nuovo primo partito con il 30% dei consensi. Male anche i Verdi (al Governo con Socialdemocratici e Liberali) che crollano all’11,9% perdendo 9 seggi.
In Austria, secondo i dati della tv pubblica Orf, l’estrema destra dell’Fpoe dovrebbe vincere con il 25,5% dei voti, superando di poco i conservatori dell’Ovp (24,7%) e i socialdemocratici (23,3%).
Il voto in Europa, oltre a far tremare la Francia, attendendo se anche in Germania accadrà qualcosa oppure no, ha decretato le dimissioni del liberale Alexander De Croo. In Belgio, oltre che per le Europee, si è infatti votato anche per le Politiche e De Croo è uscito sconfitto dalle urne. Ora si va verso una nuova grande coalizione che escluda l’estrema destra molto forte anche in Belgio.
I socialisti portoghesi vincono le elezioni. Il Paese è uno dei pochi in cui la sinistra è in testa. Con il 99% dei voti scrutinati, il Ps ottiene il 32,12% dei consensi, seguito dall’Alleanza democratica di centrodestra (Ad) che si ferma al 31,31%. Terza l’estrema destra di Chega, il partito fondato nel 2019 da André Ventura, che ottiene il 9,81% dei voti ed entra per la prima volta al Parlamento europeo. Chega dimezza per i voti rispetto alle politiche di marzo, quando aveva il 18,1%. Raddoppiano invece i liberali di Il, che hanno l’8,95%. Bassissima l’affluenza alle urne che è stata del 37%, in aumento rispetto al 30,75% del 2019.
In Spagna, stando al 99% dei voti scrutinati, il Partito popolare (Pp) avrebbe vinto e preso 22 seggi su 61. Il Partito socialista (Psoe) sarebbe arrivato secondo e avrebbe preso 20 seggi. Vox, il partito sovranista alleato della Meloni, sarebbe salito a 6 seggi dai 4 che aveva in precedenza. Il partito del premier Sanchez regge in quello che, in Spagna, continua ad essere un testa a testa con i Popolari.
In Ungheria Orbán vince ancora. Pur perdendo due seggi, elegge 11 eurodeputati. Tisza, partito fondato dall’ex dirigente di Fidesz Peter Magyar pochi mesi fa e idealmente collocato nel Partito dei Popolari europei (Ppe), avrebbe eletto 7 rappresentanti. Supera la soglia di sbarramento la Coalizione Democratica, affiliata a S&D al Parlamento europeo, con l’8,27% e due seggi. Il partito di estrema destra Mi Hazßnk Mozgalom elegge un rappresentante con il 6,78% dei voti. I liberali di Momentum (Renew) non eleggono alcun deputato. L’affluenza ha toccato il 55,99%: è il dato più alto dall’adesione dell’Ungheria all’Ue nel 2004 ed è decisamente un numero record a giudicare da come è andata negli altri paesi.
In Slovacchia, il partito di ispirazione liberale Slovacchia Progressista ha eletto sei deputati, uno in più dello Smer del premier Robert Fico (populista di sinistra). Fico ha votato dall’ospedale dov’è ricoverato in seguito all’attentato che ha subito lo scorso 15 maggio. Il partito di estrema destra Republika ha conquistato due seggi, l’Hlas e il Kdh-Epp hanno entrambi eletto un eurodeputato.
Secondo stime pubblicate dal Parlamento Europeo, il Partito socialdemocratico si confermerebbe primo partito in Svezia con il 23,1%. Il partito è però in calo rispetto alle Legislative del 2022 dove aveva ottenuto oltre il 30%. Il Partito moderato avrebbe ottenuto il 17,3% dei voti, poi il Partito ambientalista con il 15,7%, i Democratici svedesi (Sd) con il 13,9% e il Partito della Sinistra con il 10,7%.
Secondo stime del Parlamento Europeo basate su exit poll e altri dati, in Romania la coalizione tra socialdemocratici e liberali è al 54% dei voti. Al secondo posto il partito di estrema destra Aur, con il 14%.
In Grecia, i conservatori portano a segno un’altra vittoria dopo quella alle Politiche. Il partito di Nea Dimokratia guidato dal premier Kyriakos Mitsotakis e membro del Partito popolare europeo, si conferma la principale forza del Paese con il 28,6% dei consensi, stando alle stime diffuse dal ministero degli Interni. La prima forza di opposizione, Syriza che aderisce al gruppo della Sinistra, arriva al 14,7% (in calo rispetto al 17% delle Politiche di un anno fa). Mera25, il partito fondato da Varoufakis, non è riuscito a superare lo sbarramento del 3%: i risultati ufficiali sul 90% dei seggi scrutinati lo danno soltanto 2,4%.
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