Poche storie: se questa non è una escalation, cos’è? Il Libano è sotto tiro, un altro capo di Hezbollah è stato ucciso (su Ibrahim Aquil, ricercato anche dal gli USA, c’era una taglia internazionale da 7 milioni di dollari).
E con il numero due del “Partito di Dio”, eliminato alla periferia sud di Beirut, sono stati uccisi 11 alti comandanti; il gruppo “stava pianificando un 7 ottobre in Galilea” (Mossad dixit). Sarà.
A conferma di una progressiva intensificazione c’è anche un video choc che imbarazza non poco l’IDF (le forze di difesa israeliane) e la dice lunga sulla tensione raggiunta ; un video registrato a Qabatya (Cisgiordania ) durante il raid di giovedì scorso, che riprende soldati israeliani mentre spingono giù da un tetto alcuni corpi, apparentemente senza vita,di palestinesi armati.
Ha commentato John Kirby, portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca: ”Immagini profondamente inquietanti “. C’è poco da aggiungere.
Altro segnale allarmante: l’invasione di terra di Hezbollah. Tutti ne parlano ma pochi ci credono nonostante le ripetute minacce di Hassan Nasrallah, il leader del Partito di Dio (“Puniremo Israele, ha superato linee rosse, ha colpito civili, è una dichiarazione di guerra”).
È vero, come ha ben spiegato Andrea Margelletti, presidente del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali, sede a Napoli) che Hezbollah dispone di un corposo arsenale – 65 mila razzi, 150 mila missili, carri armati – ma è altrettanto vero che non ha alcuna capacità di effettuare una invasione in Galilea (regione nel Nord di Israele) come dicono taluni analisti; nemmeno riuscirebbe con la sua forza d’élite, la Radwan, che proprio nei giorni scorsi ha perso il suo capo Aquil. E poi sul confine c’è il filtro delle forze di Unifil, la forza militare ONU. Per non parlare delle truppe israeliane, già in allerta massima.
Il Wall Street Journal, l’autorevole quotidiano di New York (2 milioni di copie al giorno, diffusione a livello internazionale), teme invece che sia Israele ad invadere il Sud del Libano. Ma Israele, parliamoci chiaro, che interesse ha ad effettuare una operazione di terra? Invadere per fare cosa, per occupare metà del Libano? Non ha senso.
E poi il costo non sarebbe lieve e la comunità internazionale non lo consentirebbe. Insomma Tel Aviv rischia di pagare un prezzo per conquistare un territorio per poi doverlo restituire. Assurdo.
Tuttalpiù Israele può continuare a fare delle veloci e chirurgiche incursioni per colpire le basi di Hezbolah. Con la cyber-raffica di 3 giorni ha messo in ginocchio Hezbollah mettendo fuori gioco 3.000 operativi. No, Israele continuerà nel medio periodo a colpire i vertici della organizzazione sciita forte della sua superiorità tecnologica. Agira’ ancora in maniera selettiva. E la tregua resta lontana. Purtroppo.
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