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No armi all’Ucraina crescono. Vogliono la resa, avranno la guerra

Pare proprio che a voler resistere, anche a voler aiutare a resistere, all’aggressione e invasione armata russa sia, tra noi italiani, una sempre più robusta…minoranza. Il quanto cerca di fotografarlo l’ultimo sondaggio (Ghisleri-La Stampa) ma, al di là della contingente istantanea, la line di tendenza è chiara e costante: un anno fa, nei giorni dopo il 24 febbraio 2022 eravamo “tutti ucraini”. Oddio, proprio tutti no, anche allora c’era chi diceva che era la Nato e l’Occidente che se l’era chiamata l’ira russa e funesta. Poi da “tutti ucraini” in corso d’anno si è diventati in molti, moltissimi, sempre più “tutti una bolletta” e aderenti ad una perenne invocazione-processione della e per la pace. Quindi con sillogismo tanto sbagliato quanto accattivante e seducente: se vuoi la pace no mandi armi. Quindi i No armi all’Ucraina sono andati via via crescendo in Italia. Fino a diventare maggioranza, opinione di maggioranza. Demoscopica, statistica. Non Parlamentare, tanto meno governo e collocazione reale dell’Italia sul piano internazionale. Però i No armi all’Ucraina crescono. Cosa vogliono?

Che l’Ucraina si arrenda

Fin dal primo giorno dell’invasione c’è stato chi in tv e al bar consigliava, raccomandava agli ucraini di arrendersi subito, per il…loro bene. Cedere alla Russia un quarto o un terzo del territorio, accettare un governo a Kiev sotto tutela russa, docilmente “denazificarsi” a gloria e omaggio di Putin, festeggiare la digestione dell’Ucraina dentro lo “spazio russo”. C’era chi in tv e al bar in Italia consigliava e suggeriva agli ucraini di sbrigarsi a cogliere l’occasione, prima che i russi si arrabbiassero sul serio. L’argomento principe dei consiglieri era: cari ucraini arrendetevi, così morite in meno, meno morti che se combatteste. Tato cruccio verso la sorte degli ucraini non nascondeva poi che, se non si sbrigavano ad arrendersi, gli ucraini con la loro ostinazione avrebbero recato danno e fastidio a tutti, anche a noi. Quindi: arrendetevi ucraini, per il vostro bene e soprattutto per il nostro.

Quindi gli evocatori della pace

All’onda, piccola all’inizio ma crescente, degli invocanti la resa ucraina si aggiunge in corso d’anno l’onda degli evocatori della pace. Un rito e una liturgia di straordinario successo, per ogni dove. Dici “pace” dieci, cento, mille, diecimila volte e quella, la pace, appare e si materializza per partenogesi invocativa-emotiva. Le condizioni reali della invocata pace non interessano all’invocazione/evocazione della pace. Tanto meno interessa il come eventualmente si creano le condizioni della pace, figurarsi la domanda su quale pace. La pace evocata e invocata si traduce in concreto in uno “smettetela tutti e due, smettetela subito, smettete subito di sparare”. Cioè la casella iniziale, quella dello ucraini arrendetevi. Lì si torna, questo è il sentimento che monta e il sondaggio registra montante. Smettetela subito vuol dire una parte dell’Ucraina grade quanto il Portogallo che diventa Russia e la vittoria, sostanziale vittoria, del metodo dell’invasione armata.

Vogliono la resa, avranno la guerra

Guido Crosetto è il ministro delle Difesa italiana, agli italiani ha detto: paura della terza guerra mondiale? Giusto averne paura, ma guardate che la terza guerra mondiale scoppia se i tank russi arrivano a Kiev. Quindi se vuoi disinnescare per quanto possibile i rischi di guerra più vasta, allora devi impedire che i russi arrivino a Kiev. Perché se il metodo dell’invasione armata premia, allora ci sarà dopo l’Ucraina la Moldavia e la Lituania e la Polonia. Se il metodo dell’invasione armata premia, allora sarà terza guerra mondiale. E non se l’invasione armata viene fermata. Qualche mente politicamente disturbata ha dato a Crosetto del guerrafondaio. Crosetto ha detto le cose come stanno e con chi stiamo come Italia. U brivido gelido lungo la schiena al pensiero se al posto della Meloni e di Crosetto vi fossero oggi premier e ministro della Difesa della Lega o di M5S o del Pd prossimo venturo che si profila. Avrebbero salmodiato pace-pace e lavorato per sfilarsi all’insegna dello io speriamo che me la cavo, avrebbero cercato per l’Italia inesistente “saldo e stralcio” della Storia, avrebbe comunicato al mondo che dell’Italia…no fidarsi è meglio. Il No armi all’Ucraina, quindi la resa ucraina, quindi i tank russi a Kiev, quindi la guerra più grande e più vasta. Vogliono la resa, avranno la guerra.

A febbraio nuovo attacco russo

I No armi all’Ucraina tra un po’ saranno chiamati a fare sul serio, a negare davvero agli ucraini il diritto a resistere e, soprattutto, ad appoggiare o no, sia pure indirettamente, la nuova offensiva russa prevista per fine febbraio. In questa offensiva la migliore arma strategica in mano ai russi è la paura. La paura che nelle pubbliche opinioni occidentali la Russia scateni una sorta di muoia Sansone con tutti…gli occidentali. La paura da indurre in Occidente che la Russia sia disposta e pronta a tutto. La miglior arma strategica con mano alla Russia è l’indurre in Occidente la paura di combattere.

Niente di nuovo nella Storia

La paura è una umanissima emozione e anche una garanzia, entro certe dimensioni, di sopravvivenza. E anche i crescenti italiani No armi all’Ucraina hanno paura. Paura di essere coinvolti, toccati. Quindi la voglia di arrendersi purché finisca. Lo stesso sentimento, il medesimo sentire dei rabbini che consigliavano di arrendersi ai nazisti, raccogliere per loro e donar loro ogni bottino possibile aver così salva la vita. I nazisti si prendevano l’oro e gasavano chi l’aveva raccolto. I No armi all’Ucraina qui e oggi hanno la stessa paura e danno lo stesso consiglio che alcuni davano alla resistenza partigiana in Europa: non sparate ai nazisti, altrimenti diventano più feroci e fanno ferocissime rappresaglie. E ancora più dietro nella Storia sempre la stessa paura, lo stesso sentimento e sentire: arrendiamoci così salviamo la pelle. Non funziona: se predichi e pratichi la resa a chi attacca e invade in armi, avrai la guerra. La guerra sempre più vicina  casa tua, quella casa da cui la volevi tenere lontana arrendendoti. Non funziona mettersi al riparo della “resa altrui”, non è un riparo, è una fuga corta e miope.

Mino Fuccillo

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