Parlamentari in missione all’estero sedotti da prostitute ma sono inglesi: allarme sui rischi per la sicurezza

I parlamentari che bevono molto e fanno sesso durante i viaggi all’estero sono a rischio di ricatto: le prostitute li aspettano nelle stanze d’albergo al loro arrivo.

Diciamolo subito, l’accusa riguarda i parlamentari britannici, non quelli italiani. Per i nostri, almeno a quel che si legge da Bruxelles, conta il denaro contante.

Un gruppo di politici di tutti i partiti presenti alla Camera dei Comuni in visita ad un paese straniero avrebbe trovato, in attesa del loro arrivo, prostitute nelle camere di albergo. Parrebbe che nessuno dei parlamentari coinvolti fosse a conoscenza della sorpresa e che anzi nessuno di loro abbia usufruito di questi discutibili servizi.

L’accaduto, però, evidenzia i rischi in cui incorrono i partecipanti a missioni estere.

Si sono levate voci preoccupanti per la mancanza di controlli sugli APPG, organismi trasversali di parlamentari incaricati di approfondire singole questioni, anche se non sono gruppi ufficiali come i comitati ristretti.

Uno Stato ostile può raccogliere informazioni, foto e assicurarsi di conoscere esattamente cosa, quando e dove si verifica un siffatto comportamento che diventerebbe merce di ricatto di scambio o di altro a seconda delle utilità.

L’altra voce è quella che denuncia, invece, comportamenti disdicevoli di vari rappresentanti del paese riportati dal Times di Londra. Per esempio quello di un deputato in visita ad un importante alleato del Regno Unito ripreso più volte per reiterate proposte disdicevoli a giovani stagiste, provocando sconcerto anche a livello governativo per questi comportamenti.

Un’inchiesta condotta dal sito web Politico questo mese ha portato alla luce diverse accuse di cattiva condotta da parte di parlamentari all’estero che non disdegnano l’uso spropositato di alcolici, atteggiamenti licenziosi e il fatto che, talvolta, alcuni di loro prolungano il proprio soggiorno per dedicarsi a relazioni con donne locali.

Sullo stesso piano è la voce che denuncia come i parlamentari che visitano i Paesi autoritari diventino strumenti di persuasione di quei governi per convincere i cittadini che il loro leader è “uno statista mondiale con amici internazionali”, piuttosto che un dittatore senza scrupoli.

A fronte di preoccupazioni governative e di accuse anche pubblicate dai media, i parlamentari hanno difeso i viaggi dell’APPG come una parte importante del lavoro del Parlamento stesso, negando comportamenti discutibili.

In ogni caso i capi della sicurezza hanno intensificato i controlli, monitorato i comportamenti e stigmatizzato abitudini nel timore che questi viaggi potessero diventare i cavalli di Troia per “attori statali ostili”, come russi e cinesi, per influenzare il governo britannico.

 

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Marco Benedetto