Si fa presto a dire “escalation”. Certo, il rischio che il conflitto in Ucraina si estenda oltre i suoi confini, c’è. Ne parlano gli analisti di mezzo mondo, ne straparlano i nostri verbosi talk show, vi pascolano disinvolti commentatori. Il tema è centrale. Le dichiarazioni ufficiali sfiorano la paranoia. Cresce il consenso di fornire le armi a Kiev per mettere a segno raid in Russia. Non a caso sono d’accordo le quattro grandi democrazie – Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania – e i due Paesi che hanno le truppe di Putin sull’uscio di casa, cioè Finlandia e Polonia. Ciascun paese, per carità, con sfumature diverse ma la direzione è identica. Lo zar si mostra tranquillamente nervoso, la NATO è sempre più convinta a dare il via libera a Kiev, il fronte dei falchi si rinforza. Allora l’escalation è inevitabile? Calma. Ci sono almeno cinque fattori – dicono gli analisti internazionali – che lasciano ben sperare che un conflitto globale sarà solo minacciato. Li ricordiamo.
1) TROPPI CADUTI – Questa guerra ha già fatto troppi caduti: oltre 350 mila e un milione di feriti. Servirebbero nuove reclute. Andrew Illico, analista britannico, ne ha parlato sul “Daily Telegraph”- antico e prestigioso quotidiano di Londra – sostenendo, cifre alla mano, che reclutare “1,3 milioni di soldati” (solo dei Paesi Ue) è un impegno irrealizzabile. L’opinione pubblica non lo permetterebbe.
2) L’ECONOMIA RUSSA – Finora ha retto. L’andamento produttivo ha sfidato tutte le previsioni degli esperti. Però i consumi sono a rischio. Il bilancio pubblico russo certifica una cifra intorno al 40% dedicata a finanziare il conflitto ucraino. Conferma la rivista economica russa ”The Bell”: questo è un problema serio. Bisognerà evitarlo. Sottinteso: basta spese pazze.
3) ARMI ATOMICHE – Putin più volte ha fatto riferimento all’arsenale tattico russo“ di gran lunga più potente di quello occidentale. Il Financial Times ha pubblicato una serie di documenti segreti che illustravano i requisiti per l’utilizzo delle forze nucleari secondo la Russia. Bombe tattiche, di minor portata e potenza. Anche questo fattore conforta gli analisti.
4) LA PERPLESSITÀ DI PECHINO – Altro fattore importante. L’impressione è che i cinesi non si aspettassero fino in fondo l’invasione dell’Ucraina e oggi come allora un allargamento delle ostilità difficilmente potrebbe trovare consensi dalla parte di Pechino. E Putin lo sa.
5) LA SOCIETÀ CIVILE – A parole i vertici russi sono impegnati in una battaglia di civiltà contro l’Occidente collettivo. Da una parte: fede, popolo e tradizione; dall’altra: immoralità e corruzione dei costumi. Ma, come qualcuno ha detto, “i potenti russi predicano come monaci ortodossi ma poi vivono come fossero tutti Abramovich” (l’ex padrone del Chelsea con yacht e dimore sparse in mezzo mondo). Gli oligarchi tifano la tregua. Vogliono ricucire i rapporti e riscoprire le vecchie abitudini. Anche per loro è molto meglio una pace così così che una guerra totale con gli amici di un tempo.
Una ricerca condotta dall’Associazione Differenza Donna ha rivelato dati preoccupanti sulla diffusione di esperienze sessuali…
Metti un sacchetto di carbone nell'armadio: ecco come risolvere per sempre un problema molto comune…
Sospendere nell'anno del Giubileo gli sfratti, partendo da quelli per morosità incolpevole, che sono l'85%…
Roma scala cinque posizioni nella classifica "World’s Best Cities Report 2024" di Resonance Consultancy, piazzandosi…
Un ladro ha divelto una pesante catena e si è rubato una bicicletta. Prima di…
L'arrivo del tecnico francese scompagina i piani dell'attaccante che ora fa i conti con una…