Pericolo jihadista. Gli esperti concordano: “Non si possono escludere azioni in Italia”. Ipotesi se ne fanno tante, in testa gli obiettivi ebraici come l’Ambasciata di Israele, peraltro ben protetta. Cresce la paura di attentati. Allerta rinforzata. Gli ultimi due fatti di cronaca hanno aumentato l’inquietudine collettiva. Due episodi in 24 ore: il blitz antiterrorismo a L’Aquila, i droni (per fortuna abbattuti) lanciati dagli Houthi sulla nave militare “Caio Duilio”. Vediamo.
LE BRIGATE TULKAREM SONO GIÀ IN ITALIA
Una cellula è stata scoperta e neutralizzata a L’Aquila lunedì scorso, 11 marzo. Tre affiliati (tutti palestinesi) sono stati arrestati. Pesante l’accusa: progettavano attentati contro gli israeliani. I tre sono membri delle “Brigate Tulkarem”, articolazione in qualche modo riconducibile alle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, gruppo al bando per terrorismo nella Unione Europea; una organizzazione militare palestinese tra le più note e vicina al partito politico al-Fath di cui era leader Arafat (1929-2004), premio Nobel per la pace 1994 insieme a due leader israeliani (Shimon Peres e Rabin). I tre terroristi palestinesi erano in Italia con il permesso di soggiorno concesso per ragioni umanitarie. E durante la loro permanenza nel nostro Paese avrebbero lavorato sotto traccia per fare proselitismo e propaganda, pianificando attentati, anche kamikaze, contro obiettivi militari e civili all’estero. Ma, come si diceva, non è escluso che volessero compiere attacchi anche in Italia, non necessariamente contro obiettivi israeliani. Domanda d’obbligo: ce ne sono altre di cellule di tal fatta nel nostro Paese?
DRONI HOUTHI SULLA NAVE CAIO DUILIO
I ribelli dello Yemen, gli Houthi filo-iraniani insistono con il lancio di droni kamikaze, imbottiti di esplosivo, sulle navi (commerciali e militari) presenti nel Mar Rosso. Anche martedì 11 hanno lanciato 2 droni contro la Caio Duilio puntualmente abbattuti dalla Marina Militare italiana. Gli Houthi continuano a lanciare droni perché dicono “l’Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele, l’Italia e gli altri Paesi della coalizione filo-israeliana dimostrano di non voler calmare la situazione o contenere il raggio del conflitto. Vogliono invece espanderlo in tutto il Mar Rosso. Ma saranno le forze yemenite a determinare il teatro delle operazioni”. In serata è intervenuto il ministro della Difesa Guido Crosetto dicendo: “Non basta l’approccio militare, che serve per dare sicurezza, ma il tema di cui si parlerà nelle prossime settimane è quello di affiancare altri sistemi, altri interventi, altre trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che poi non incidono sulla guerra a Gaza ma soltanto sulla economia italiana o dell’Europa”.
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