Provocazioni. La guerra in Ucraina, oltre alle brutalità, dispensa sfide verbali. Un sintomo, dicono gli psicologi, di “una perdita di fiducia nel poter costruire, controllare o garantire il futuro che si desidera”.
Insomma, un modo per tenere a bada le paure, l’insicurezza. Ma anche una modalità comunicativa per colpire sul vivo l’interlocutore di turno e vedere se e come reagisce. È quanti stanno facendo in questi giorni, in queste ore, Putin e Zelensky. Si stuzzicano a beneficio della loro sorte. Chi perde, sparisce. Ed allora sotto con le provocazioni urticanti
Il presidente ucraino dice di non sapere con chi parlare in Russia per quanto riguarda i negoziati di pace perché “non è sicuro che Putin sia ancora vivo”. Lo ha detto giovedi 19 nel corso di un video-collegamento con i potenti della terra riuniti, da lunedì 16 gennaio, in un Forum economico che cerca di monitorare il prossimo destino dei popoli. E prima che sul palcoscenico svizzero calasse il sipario, Zelenskyha fatto irruzione con questa sparata studiata a tavolino. Immediata la reazione dei russi che hanno abboccato alla provocazione.
Ha detto il portavoce del Cremlino Peskov: “È chiaro che Zelensky preferirebbe che non esistesse né la Russia né Putin. È chiaro che dal punto di vista puramente psicologico Zelenski preferirebbe che noi sparissimo ma prima se ne rende conto è meglio sarà per un paese come il suo”.
Intanto il quadro si complica sempre di più. Da Washington a Londra, da Parigi a Varsavia, si dice una cosa sola: l’Ucraina ha bisogno di carri armati per porre fine alla guerra in modo appropriato. Aggiunge Kiev: “Basta tremare davanti a Putin, dateci i tank”. Interviene il presidente del comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer: ”Si, i carri armati sono un mezzo importante sopratutto per poter riprendere i territori occupati. ”A sua volta il Regno Unito invierà 600 missili Brimstone alla Ucraina. Il Regno Unito lavorerà con gli Stati Uniti e gli altri paesi per confezionare un pacchetto nel modo giusto.
Lo Zar ha fatto questa sparata nel corso di un evento a San Pietroburgo per l’80esimo anniversario della rottura dell’assedio nazista alla allora Leningrado. Il leader russo ha anche approfittato dell’occasione per ripetere una delle menzogne della sua propaganda, quella secondo cui il governo di Kiev sarebbe “neonazista”: uno dei pretesti usati per l’invasione. Visitando poi una fabbrica militare Putin ha detto di “ non avere dubbi sulla vittoria delle truppe russe nonostante molti pensino che le cose non stiano andando come voleva Mosca”. Il resto lo ha detto, ancora una volta, Lavrov il falco, il grande capo della diplomazia russa, sostenendo che “Hitler aveva origini ebraiche”. Di questo passo la pace si allontana.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che il test del missile ipersonico Oreshnik di…
L’amministratore delegato del gruppo Enel Flavio Cattaneo, si legge in una nota, ha acquistato ulteriori…
Una scena surreale ha paralizzato il palazzo di giustizia di Prato questa mattina, venerdì 22…
Una ricerca condotta dall’Associazione Differenza Donna ha rivelato dati preoccupanti sulla diffusione di esperienze sessuali…
Metti un sacchetto di carbone nell'armadio: ecco come risolvere per sempre un problema molto comune…
Sospendere nell'anno del Giubileo gli sfratti, partendo da quelli per morosità incolpevole, che sono l'85%…