Putin come Babbo Natale. La propaganda russa ha superato se stessa. Penosa. I canali dello zar hanno invaso l’etere con un video senza vergogna.
In esso c’è un Babbo Natale che somiglia in tutto a Vladimiro, il chierichetto del patriarca Cirillo, che si aggira nella casa di una famiglia distribuendo doni e sorrisi ai bambini. Cose che nemmeno il Mascellone ai suoi tempi si è mai permesso di fare pur avendone uguale tentazione.
Naturalmente il video è stato spernacchiato dagli ucraini e sbertucciato su Telegram da Anton Gerashenco, stimato consigliere del Ministero dell’Interno. E mentre il bullo globale alimentava la sua triste immagine buonista, scatenava su Kherson i suoi missili in quella che i media Internazionali hanno già chiamato la “strage di Natale”.
Le festività in Ucraina sono trascorse tra gli allarmi aerei, buio, freddo, fame e morti. Il solo bilancio di Kherson è di 16 morti e 64 feriti. Altroché negoziati, ramoscelli di ulivo, volo di bianche colombe. Dimitri Medvedev, il ventriloquo dello Zar, in un articolo pubblicato sulla Rossiyiskaya Gazeta – così riferisce la TASS – è stato durissimo. Ha detto:”Faremo di tutto perché cessi di esistere il disgustoso regime dei nazionalisti di Kiev”.
A giorni il presidente della Duma , il fedelissimo Volodin, andrà in Iran per incontrare il presidente della repubblica islamica Ebrahim Raisi, il magistrato che un anno fa ha sostituito la vecchia volpe Hassan Rohani che era in sella da otto anni. L’incontro è stato rivelato (si fa per dire) dalla agenzia di stampa aria Novosti, in pratica il megafono prono di Putin. A Teheran parleranno di tutto, dalla prossima fornitura di droni iraniani agli scambi commerciali. Ciò confermerebbe che Putin sta preparando una primavera di fuoco e fiamme.
Lo zar sembra deciso. Vuole lasciare l’Europa del calcio. Bandite le sue squadre, la Federazione Russa vuole aderire alla Confederazione asiatica ma dalla sede centrale di Kuala Lumpur (Malesia) arrivano segnali gelidi. L’AFC nicchia. Il cliente è scomodo. Il presidente asiatico (47 le federazioni affiliate tra cui Australia, Israele, Armenia, Azerbaigian) tentenna.
E ha ragione. L’ingresso della Russia nella AFC toglierebbe un posto ad altri Paesi dell’Asia. Calma. E poi la guerra in Ucraina ha fatto impennare i costi della vita pure in Asia. Benzina e raccolti sono alle stelle. I Paesi del sud est asiatico minacciano di mettersi di traverso. Conclusione: Putin è sempre più isolato.
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