Putin ha stravinto in Russia, ma non tutti esultano. Bill Browder, finanziere americano un tempo pupillo di Putin e ora suo grande nemico non ha dubbi: “Quando credi che il tuo tempo sia quasi scaduto, inizi una guerra”. L’Occidente deve sostenere ancora di più Kiev e fargli vincere la guerra. Perché la morte di Navalny è anche una minaccia all’Occidente. Se cade l’Ucraina, Putin andrà avanti”.
Bill Browder, nato nel 1964 nel New Jersey e cresciuto a Chicago, è un gran personaggio, non molto noto al grande pubblico ma di notevole spessore.
Il suo nonno paterno Earl Browder, nato in Kansas nel 1891, era, spiega Wikipedia, un radicale e aveva vissuto in Unione Sovietica per diversi anni dal 1927 e aveva sposato Raisa Berkman, una donna ebrea russa mentre viveva lì. Dopo il suo ritorno negli Stati Uniti nel 1931, Earl Browder divenne il leader del Partito Comunista USA dal 1930 al 1945 e si candidò alla presidenza degli Stati Uniti nel 1936 e 1940. Dopo la seconda guerra mondiale, Browder perse il favore di Mosca e fu espulso dal Partito Comunista degli Stati Uniti.
Quasi un destino parallelo a quello del nipote.
Leggiamo sul suo sito che “William Browder è stato il più grande investitore straniero in Russia fino al 2005, quando gli fu negato l’ingresso nel paese e dichiarato “una minaccia alla sicurezza nazionale” per aver denunciato la corruzione nelle società statali russe.
“Nel 2008, l’avvocato del signor Browder, Sergei Magnitsky, ha scoperto una massiccia frode commessa da funzionari governativi russi che ha comportato il furto di 230 milioni di dollari di tasse statali. Sergei ha testimoniato contro i funzionari statali coinvolti in questa frode e successivamente è stato arrestato, imprigionato senza processo e torturato sistematicamente. Ha trascorso un anno in prigione in condizioni di detenzione orribili, gli sono state ripetutamente negate le cure mediche ed è morto in prigione il 16 novembre 2009, lasciando una moglie e due figli”.
“Da allora, Browder ha cercato giustizia al di fuori della Russia e ha avviato una campagna globale affinché i governi di tutto il mondo impongano divieti mirati sui visti e congelamento dei beni a coloro che violano i diritti umani e a funzionari altamente corrotti. Gli Stati Uniti sono stati i primi a imporre queste sanzioni mirate con l’approvazione del Sergei Magnitsky Accountability Act nel 2012, seguito dal Global Magnitsky Human Rights Accountability Act nel 2016”.
Intervistato da Antonello Guerrera per Repubblica a Londra, dove vive, Browder è stato molto esplicito.
L’uccisione di Navaln “è stata una enorme decisione che ha preso Vladimir Putin. Sinora, aveva resistito aucciderlo. Invece ora ha deciso così. Per me è un segnale di paura”. Sono due messaggi molto chiari. Il primo di deterrenza interna: chiunque voglia sfidare politicamente il presidente, è avvertito. Ma quello di Putin è anche un messaggio all’Occidente, per sottolineare che può superare qualsiasi linea rossa e nessuno può nulla contro di lui”.
“Putin ha ucciso, incarcerato e esiliato tutti i suoi oppositori. Vuole rimanere al potere sino all’ultimo dei suoi giorni perché sa che, una volta uscito dal Cremlino, verrà incarcerato e forse ucciso. È una questione di vita o di morte per Putin. Per questo, nonostante le apparenze, è anche molto, molto vulnerabile”.
Nel secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina cosa dovrebbe fare l’Occidente, che pare sempre più “affaticato” da questo conflitto, senza contare l’ipotesi di Donald Trump alla Casa Bianca? chiede Guerrera. Risposta. “Sostenere ancora di più Kiev e fargli vincere la guerra. Perché la morte di Navalny è anche una minaccia all’Occidente. Se cade l’Ucraina, Putin andrà avanti”.
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