Quanto guadagna un deputato al Parlamento europeo? Lo stipendio base di un eurodeputato è poco più di 10mila euro mensili, ma se si considerano le tasse si arriva a circa 7.800 euro. Questo è quanto viene elargito dall’istituzione comunitaria, ma nella formazione degli emolumenti del singolo candidato non è la sola voce.
Da sempre, infatti, agli eurodeputati è consentito avere un numero indefinito di incarichi, senza che il Parlamento europeo abbia nulla da eccepire. Ne viene fuori un quadro più movimentato rispetto ad attività secondarie e relativi comprensi.
Per capire di quali cifre si tratta bisogna affidarsi alle dichiarazioni dei redditi degli stessi eurodeputati. Che rivelano un volume di entrate piuttosto ingombrante, secondo lo studio di Transparency International Ue.
“Un membro del Parlamento europeo su quattro ha dichiarato collettivamente guadagni esterni per un importo enorme di 8,7 milioni di euro all’anno”. Sommando le entrate accessorie annuali dei deputati al Parlamento europeo si arriva alla cifra esorbitante di 8.707.651,81 euro all’anno.
“Gli eurodeputati del centro e del lato destro e di estrema destra dello spettro politico (RE, PPE, ECR, ID) hanno maggiori probabilità di avere incarichi collaterali retribuiti e di guadagnare in media più soldi rispetto a quelli di sinistra. I membri non allineati (NA) hanno un reddito secondario medio così alto dovuto in gran parte a un unico deputato europeo: il lituano Viktor Uspaskich guadagna circa tre milioni di euro all’anno”.
Non si tratta evidentemente solo di soldi. C’è chi viene pagato direttamente dalle aziende mentre svolge incarichi parlamentari nei sei settori dove le stesse aziende operano. Il che fa di Bruxelles il paradiso dei lobbysti ad ogni livello.
“L’eurodeputato Markus Ferber avrebbe offerto servizi di consulenza finanziaria alle banche mentre lavorava all’aggiornamento di una direttiva riguardante i mercati finanziari, come riportato da Politico EU . Oppure prendiamo l’eurodeputato Axel Voss , che ha scritto un parere sulla legge sull’intelligenza artificiale dell’UE, il tutto mentre sedeva nel comitato consultivo sulla protezione dei dati del colosso tedesco delle telecomunicazioni Deutsche Telekom