I paesi Ue hanno bloccato l’accordo politico, raggiunto in via provvisoria il 13 dicembre, sulle nuove norme a tutela dei rider e dei lavoratori delle piattaforme come Uber, Deliveroo e Glovo. A riferirlo è la presidenza di turno della Spagna.
Tra gli ambasciatori dei Ventisette, riuniti questa mattina a Bruxelles, non è stata trovata la maggioranza necessaria e il dossier non è stato sottoposto al voto. A quanto si apprende, Parigi guida un fronte nutrito di capitali che hanno espresso riserve sull’intesa. Il testo passerà ora nelle mani del Belgio, che dal 1° gennaio assumerà la presidenza Ue, e potrà riaprire i negoziati.
“Le lavoratrici delle piattaforme digitali meritano diritti. La direttiva promossa dalla presidenza spagnola garantisce nuovi diritti per 30 milioni di lavoratori, ma l’estrema destra e i liberali ne hanno impedito l’approvazione. Continueremo a lavorare per una vita migliore”. A scriverlo su Twitter è Yolanda Díaz, vicepremier seconda e ministra del Lavoro spagnola. A guidare il fronte del no sarebbe la Francia seguita da Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia e Lituania.
La relatrice delle norme al Parlamento è l’italiana Elisabetta Gualmini. L’esponente del Pd nota come non si possa fare a meno di vedere l’influenza delle “lobby e delle multinazionali” nell’allontanare gli Stati membri dall’accordo. Il testo passerà ora nelle mani del Belgio.
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