Russia: cresce la tensione in cielo, sono riprese le fughe in terra. La profezia choc di Prigozhin (“La Russia è sull’orlo del disastro “) ha innescato di tutto.
La video intervista premonitrice che il leader della Wagner ha rilasciato il 19 aprile al blogger russo Semyon Pegov -: una nuova diaspora di uomini e imprese, pericolose fibrillazioni in cielo: un mig russo ha “cacciato” un drone USA, intercettato prima del confine mentre Kiev sfonda a Sud e punta la Crimea.
La multinazionale olandese ha deciso di lasciare la Russia in seguito alla invasione dell’Ucraina e alla violazione del Diritto Internazionale. Gli olandesi hanno venduto per 1 euro i loro asset che includono 7 benefici e 1800 dipendenti. L’uscita ha un costo rilevante: 300 milioni di euro. Un addio che comunque vale il 2% dei ricavi di Heineken.
Uno degli effetti collaterali della invasione dell’Ucraina è stato ed è l’esodo di migliaia di cittadini. La prima ondata di partenze è cominciata a marzo 2022 ed ha riguardato principalmente personaggi politici, giornalisti, lavoratori del settore tecnologico e semplici cittadini che in molti casi avevano già espresso posizioni critiche nei confronti di Putin.
Il clima di censura ha fatto il resto. Ad esempio la Tv Dozhd ha spostato le sue redazioni ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, a Tbilisi, in Georgia e a Riga in Lettonia. La seconda fase dì partenze è arrivata tra giugno e luglio 2022 e ha riguardato soprattutto persone che avevano bisogno di tempo per preparare l’esilio.
Molti hanno scelto di stabilirsi a Istambul, in Israele e in Serbia. I lavoratori più qualificati si sono invece diretti verso gli Stati Uniti, la Germania e i Paesi Bassi.
È stata la terza. Una ondata migratoria che ha fatto seguito alla “ Mobilitazione militare parziale” annunciata da Putin alla fine di settembre. Centinaia di migliaia di maschi in età militare si sono rifugiati in Paesi confinanti, quasi sempre ex repubbliche della Unione Sovietica.
Complessivamente nel 2022 ha scelto la via dell’esilio un numero di cittadini di circa 1 milione. Cifra In linea con le altre 2 emigrazioni del Novecento Russo: quella innescata dalla rivoluzione Bolscevica del 1917 e quella seguita alla dissoluzione dell’URSS nel 1991.
Per adesso, come già era successo 100 anni fa, la nuova diaspora non sembra in grado di organizzare una opposizione unita ed efficace contro il regime di Putin. Sempre più spietato e mandante di purghe staliniane.
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