I servizi segreti russi accusano l’Ucraina: “Kiev addestra miliziani islamisti in Medio Oriente”. Il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov ha dichiarato che i servizi segreti dell’Ucraina hanno contribuito all’attentato terroristico di Mosca che è stato perpetrato da islamisti radicali. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti.
Bortnikov ha accusato l’Ucraina di addestrare miliziani islamisti in Medio Oriente. Questo sarebbe evidenziato dal gran numero di stranieri che combattono con le forze di Kiev. “Sono nazionalisti, mercenari, islamisti che il Paese porta a combattere contro la Russia”, ha aggiunto il capo dell’Fsb, senza fare riferimento diretto ai 4 arrestati per l’attentato a Mosca ma sottolineando che rappresentanti ucraini hanno visitato le basi di terroristi in Medio Oriente. Secondo il direttore del Fsb gli attentatori del Crocus City Hall sono stati “addestrati da Kiev in Medio Oriente”. E che i risultati preliminari dell’inchiesta indicano un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna nell’attacco a Mosca.
La Russia risponderà con misure di rappresaglia all’attacco dei terroristi al Crocus City Hall di Mosca, ha aggiunto Bortnikov, spiegando che il capo dei servizi segreti militari ucraini, Kirylo Budanov, “è un obiettivo legittimo per le forze militari russe, così come ognuno che perpetra crimini contro la Russia”. L’Ucraina si preparava ad accogliere “come eroi” i terroristi che hanno compiuto l’attacco al Crocus City Hall di Mosca, ha detto Bortnikov, citato dalla Tass.
Le informazioni preliminari raccolte dagli interrogatori degli arrestati “confermano la pista ucraina” nell’attacco di venerdì al Crocus City Hall di Mosca, ha affermato anche il servizio di sicurezza interno Fsb. La Corte di Mosca che si occupa della strage al Crocus City Hall ha tramutato in arresto il fermo di un ottavo sospetto nell’attacco. Si tratta di Alisher Kasimov, originario del Kirghizistan ma cittadino russo. L’uomo è accusato di avere affittato un appartamento ai presunti terroristi, ma lui ha detto di averlo fatto senza sapere di chi si trattasse.
“Non vi è alcuna prova che l’Ucraina sia in qualche modo collegata a questi attacchi”, ha ribadito da parte sua il portavoce per la politica estera della Ue, Peter Stano, invitando il governo russo a “non utilizzare gli attacchi terroristici a Mosca come pretesto o motivazione per aumentare l’aggressione illegale contro l’Ucraina, né usarlo come pretesto per l’aumento delle repressioni interne”. Dello stesso tenore le dichiarazioni di Antonio Tajani. “Putin – ha affermato il capo della Farnesina – non deve utilizzare l’attentato per alzare lo scontro e per colpire di più l’Ucraina. Lo ripeto, non abbiamo alcun indizio che ci sia l’Ucraina dietro l’attentato”.
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