Terremoto in Marocco, perché sono stati accettati solo gli aiuti dei paesi ”amici”

Il Governo ha “effettuato una valutazione precisa delle esigenze sul campo” e “in questa fase specifica” della drammatica emergenza provocata dal terremoto “ha risposto favorevolmente alle offerte di sostegno di Paesi amici, vale a dire da Spagna, Qatar, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti”. E’ quanto segnala una nota del ministero dell’Interno marocchino ripresa da ‘L’Opinion’, con la quale il governo del paese duramente colpito dal sisma di venerdì punta a porre fine alle polemiche suscitate dal rifiuto di aiuti, sollevate soprattutto da parte francese.

Il ministero degli Interni marocchino ha chiarito nella nota di aver accettato l’aiuto offerto solo da quattro paesi “in questa fase specifica”, giustificando la sua decisione “tenendo conto che la mancanza di coordinamento in tali situazioni potrebbe essere controproducente”.

Questa quindi è la versione ufficiale del no agli altri Paesi. Con la Francia si è anche creato un mini caso. Dall’Eliseo però smentiscono, sempre sul piano ufficiale, litigi tra i due paesi.

Il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha respinto stamattina – in un’intervista a BFM TV – qualsiasi tensione fra Rabat e Parigi. La Colonna ha smentito l’esistenza di una “querelle” fra i due governi, una tesi emersa dopo che Rabat non ha accettato l’aiuto proposto dal presidente Emmanuel Macron sabato mattina e dopo che fra i due governi c’erano state – negli ultimi tempi – diverse tensioni. La ministra ha invitato a “rispettare” le decisioni del Marocco, che è “un paese sovrano”, che ha deciso di “dare la priorità all’arrivo degli aiuti, rivolgendosi ai paesi disponibili caso per caso e non ricevendo aiuti che non corrisponderebbero alle sue necessità”. La Colonna ha ribadito che la Francia “resta a disposizione” del regno di Mohammed VI, il sovrano con il quale Macron ha avuto “contatti a più riprese”. 

In ogni caso, il governo non esclude di chiedere aiuto ad altri Paesi, se necessario: “Con l’avanzamento delle operazioni di intervento, la valutazione dei possibili bisogni potrebbe evolversi, il che consentirebbe di sfruttare le offerte di sostegno presentate da altri Paesi amici, secondo le esigenze specifiche di ogni fase”.

Il team italiano in Marocco

In Marocco, al momento, c’è anche un team italiano.

“Abbiamo raggiunto località dove non sono arrivati i soccorsi, ci sono ancora morti sotto le macerie e gente che tenta da sola di tirarli fuori. Qui le persone sono prive di qualsiasi assistenza e non era arrivato nessuno, quando ci hanno visti si sono gettati sulle nostre macchine. Siamo qui in forma privata non c’entra niente lo stato italiano”. È quanto afferma Cicchetti Marchegiani, presidente del Raggruppamento operativo emergenze (Roe), colonna mobile di Protezione civile, partito da Roma e ora in Marocco con il un team di quattro persone. La squadra scouting del Roe ha raggiunto le località più colpite alle pendici della catena montuosa principale del Marocco e si trova ad Adassil, per poi andare a Imindounit.

 

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Gianluca Pace