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Renzi e il quorum per Strasburgo, pronto a tutte le alleanze, grillini esclusi, la sirena del centro incanterà?

Con chi è alleato Matteo Renzi e con chi si alleerà? Con tutti e con nessuno. Non è una battuta scherzosa, è la realtà, perché l’ex presidente del consiglio ha una sola paura:  quella di mancare il  quorum per Strasburgo.

Stiamo parlando delle elezioni europee che si terranno nella primavera del prossimo anno). Allora, le pensa tutte e le idee non gli mancano. Guarda a destra, a sinistra, al centro ed è sicuro (lo dice lui) che qualcosa di positivo succederà.

Vediamo come questa “rivoluzione” potrebbe avverarsi. Innanzitutto, bisogna tener presente un suo vecchio pallino: il centro che potrebbe rinascere perché in Italia, al di là dell’attuale momento, la gente non ha dimenticato la grande Dc che sapeva manovrare e gestire il potere anche se poi pochi dicevano di votare per lei.

Basandosi su questo precedente storico il buon Matteo ha aperto con molto anticipo le danze. Uno sguardo a sinistra in primis. E’ ormai convinzione comune che Eddy Schlein non riesca a trovare quell’unità di intenti che potrebbe un giorno battere la destra.

I moderati non sono con lei, i sinistri-sinistri sostengono che non ha molto coraggio, cosicché quando si arriva al dunque temporeggia per non perdere i contatti con quanti non sono d’accordo col nuovo corso che si vorrebbe dare al Pd.

Ecco, quindi, inserirsi Renzi che potrebbe ammaliare i vecchi democristiani e convincerli a far parte di un nuovo centro in grado di scompaginare l’assetto di oggi in cui maggioranza e opposizione litigano un giorno si e l’altro pure mancando clamorosamente i risultati.

Con Giorgia, tutto diventa più difficile: primo perché il premier naviga da sempre nel mondo politico e non si fa incantare da nessuno. Semmai è lei a portare dalla sua parte gli indecisi.

Renzi ha però un asso nella manica: il premierato. Ogni giorno dice peste e corna del governo, responsabile di non aver concretizzato tutte le promesse fatte in campagna elettorale.

Tutto vano, dunque? No, perché la briscola che Matteo ha in mano è di quelle che contano. Per la madre di tutte le riforme (così la Meloni ha definito il premierato), Renzi strizza l’occhio a Giorgia e sostiene che sarebbe favorevole a votarla in Parlamento quando se ne discuterà. Sia pure con qualche correzione facilmente superabile.

Nei piani di Renzi rientrano pure gli esponenti di Forza Italia e, perché no, anche quelli della Lega. Tra i berluscones, alcuni storcono la bocca quando si parla di destra-centro. Sono europeisti convinti e non farebbero mai un passo indietro, seguendo alla lettera i proponimenti del Cavaliere.

Se quindi, l’asse dovesse spostarsi troppo verso il sovranismo sarebbero disposti a “tradire”, seguendo l’esempio di Mara Carfagna e di Maria Stella Gelmini. 

Renzi non dimentica di guardare anche in casa del Carroccio guidato da Matteo Salvini. Possibile? Certo che lo è, perché in specie nella zona del Nord Est non tutti sono favorevoli alle idee del segretario e voterebbero in maniera diversa se se ne creasse l’occasione.

Ecco dunque, le varie ipotesi che Renzi potrebbe sfruttare durante la lunga campagna elettorale con l’Europa al centro dell’attenzione. Un vecchio o un nuovo continente? E’ un interrogativo che molti dribblano perché sono assai prudenti. 

Tranne Matteo Renzi che pur di non mancare il quorum per Strasburgo sarebbe addirittura disposto a far la pace con Carlo Calenda. Che cosa si fa per rimanere a galla evitando di essere travolti alle onde del mare! Tutto tranne che dialogare con Giuseppe Conte e con i suoi grillini.

 

Bruno Tucci

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