“La cerimonia con cui la Francia ha riconsegnato Notre-Dame al mondo è stata secondo me bellissima”. Lo scrive nella sua newsletter Matteo Renzi, che poi ironizza sul fatto che quel restauro “costerà al contribuente francese meno di quanto costerà al contribuente italiano la costruzione del centro migranti in Albania”.
Le parole di Matteo Renzi
“Costruire una cattedrale – osserva il leader di Italia Viva – era una scelta coraggiosa e nobile: chi metteva la prima pietra non vedeva la fine. E ciò rendeva ancora più bello il senso di un gesto fatto per le generazioni successive: anche la politica dovrebbe fare così, ma troppo spesso si impantana sul giorno dopo giorno. Costruire una cattedrale significava scegliere progetti ambiziosi e non vivacchiare; significava trovare risorse per l’oggi e per il domani e non sperperare; significava tenere insieme il sogno e la concretezza e non chiacchierare. Per questo chi di noi è cresciuto magari leggendo Claudel o Peguy o Luzi pensa che la costruzione della cattedrale sia uno dei gesti più straordinari che caratterizzano magnificamente il Medioevo, mettendo al centro la domanda di infinito e il gusto del bello”.
“Pensare alla ricostruzione di Notre-Dame in questi cinque anni dopo il terribile incendio, allora, – prosegue – ha voluto dire questo e molto altro. E non solo per i cattolici, sia chiaro. È un simbolo universale di valori e di cultura, cui giustamente il laico Macron – pure in un momento di grande difficoltà politica – ha voluto dedicare molta attenzione. E la gestione del cerimoniale dell’evento è stata oggettivamente di alto livello, a cominciare dalla presenza di Trump. Che la (ri)costruzione della cattedrale francese ispiri l’intera politica europea ad avere progetti ambiziosi, ma realizzabili. A pensare al domani ma cominciando subito. A costruire il bello senza mediocrità”.
“Certo, fa male pensare al fatto – conclude Renzi – che ricostruire la cattedrale costerà al contribuente francese meno di quanto costerà al contribuente italiano la costruzione del centro migranti in Albania. Centro inutile, dal quale comprensibilmente gli agenti cercano di uscire. Non lusinghiero invero sulle capacità di spesa intelligente del contribuente italiano”.