Matteo Salvini intervistato dal Giornale parla della sentenza sul caso Open Arms attesa per il prossimo 20 dicembre e si dice fiducioso che possa arrivare un’assoluzione. Il leader della Lega è accusato “di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, dopo aver impedito per 19 giorni lo sbarco di 147 persone, tra cui minori, soccorse dalla Ong nel corso di tre salvataggi nell’agosto 2019”.
Salvini: “Voglio credere che l’Italia sia un paese normale”
Il vicepremier, nell’intervista rilasciata ad Hoara Borselli si dice “fiducioso, perché voglio credere che l’Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato. In caso contrario, sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell’Italia. Significherebbe che, qui, tutto è concesso”.
Salvini, nel proseguo dell’intervista, attacca Giuseppe Conte che secondo lui ha condiviso le sue scelte: “La verità è che siamo di fronte a un attacco politico, una vendetta della sinistra che ha deciso di mandarmi a processo per eliminare la Lega per via giudiziaria anziché elettorale. Imbarazzanti e penosi i ‘vuoti di memoria’ di Conte e Toninelli, per giudicare la cui statura umana non occorre scomodare Sciascia…”.
Per quanto riguarda la linea dura anti immigrazione “rifarei tutto, i risultati che ottenemmo in un solo anno furono eccezionali e senza precedenti! Solo rispetto all’immigrazione: -79,6% di sbarchi, -95% di morti in mare, -55% di dispersi in mare”.
Salvini spera dunque in una assoluzione. Se avenisse sarebbe “una buona notizia per l’Italia, perché confermerà che la difesa della Patria è un sacro dovere di ogni cittadino come sancito anche dall’articolo 52 Costituzione”.
Il vicepremier, al Giornale racconta anche un aneddoto che gli è accaduto in questi giorni: “Sabato sera un signore a Milano mi ha detto ‘Matteo, se ti condannano io sabato mattina vado in Commissariato e mi autodenuncio come mandante del tuo presunto reato, di fermare i barconi te lo abbiamo chiesto noi’. Emozionante”.
Sulla vicenda tutti gli alleati sono con lui? Il riferimento è a Forza Italia: “Sono certo che tutti gli alleati siano al mio fianco. Non è solo un processo a Salvini, è un processo all’Italia”.
“Non tutti i magistrati si comportano come dirigenti di Rifondazione Comunista”
Per Salvini, “non tutti i magistrati si comportano come dirigenti di Rifondazione comunista, quindi sono sereno e non penso alle eventuali reazioni di chi, come Magistratura democratica, lavora nei tribunali con cuore a sinistra”.
Infine un accenno a quei tribunali che non convalidano i provvedimenti verso gli immigrati che provengono da Paesi giudicati sicuri dal governo. Per il leader del Carroccio si tratta di “una scelta sbagliata” che va “contro gli interessi del Paese ed errata anche dal punto di vista giuridico e tecnico. Ma sono certo riusciremo a risolvere questa anomalia”.