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Salvini: “Tutta colpa di un chiodo. Bisogna prevenire ed evitare queste situazioni”. Tutto vero, dovremmo davvero dirlo al ministro dei Trasporti

Tutta colpa di un chiodo. “Chi ha sulla coscienza i disagi creati a migliaia di persone ne dovrà rispondere – dice Matteo Salvini a margine dell’Aula della Camera parlando del guasto che ieri ha paralizzato le stazioni Termini e Tiburtina a Roma -. I tecnici mi dicono esserci stato un errore stanotte di un’impresa privata, che ha piantato un chiodo su un cavo e poi il tempo di reazione di fronte a questo errore – conto che il privato ne risponderà – non è stato all’altezza della seconda potenza industriale d’Europa”.

Bisogna prevenire e mettere in sicurezza ed evitare che si ripetano queste situazioni”

Salvini: “Tutta colpa di un chiodo. Bisogna prevenire ed evitare queste situazioni”. Tutto vero, dovremmo davvero dirlo al ministro dei Trasporti (Foto Ansa) – Blitz Quotidiano

“Ci stanno lavorando gli ingegneri – continua -. Non è possibile investire miliardi di euro per comprare nuove carrozze, nuovi treni pendolari, intercity, tav e tutto il resto e poi se uno alle tre di notte a Roma pianta un chiodo nel posto sbagliato poi tu rovini la giornata di lavoro a migliaia di persone. Ho chiesto nomi, cognomi, indirizzi e codici fiscali di quelli che non hanno fatto il loro lavoro. Quando ci sarà questa conclusione lo saprete”.

“Io devo trovare i soldi da investire sulla rete. Se poi un operaio di notte pianta un chiodo e ferma l’Italia, non è possibile che la seconda potenza industriale sia nelle mani di uno che pianta un chiodo nel posto sbagliato. Bisogna prevenire e mettere in sicurezza ed evitare che si ripetano queste situazioni”.

Tutto vero: “Se poi un operaio di notte pianta un chiodo e ferma l’Italia, non è possibile che la seconda potenza industriale sia nelle mani di uno che pianta un chiodo nel posto sbagliato. Bisogna prevenire e mettere in sicurezza ed evitare che si ripetano queste situazioni”.

Tutto vero, ha ragione Matteo Salvini. Dovremmo dirlo davvero a qualche responsabile della ditta, della rete e, magari, anche al ministro dei Trasporti italiano. Oppure potremmo fare i vaghi e dare la colpa di tutto al povero operaio.

Published by
Gianluca Pace