L’Italia ormai è un futuro distopico realizzato. Forse in questo siamo davvero i numeri uno. In un Paese spopolato, povero, triste e senza giovani, nell’ultima settimana hanno tenuto banco le ire di tal Maria Rosaria Boccia contro l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo stesso ministro della Cultura che, nel tempo, ha confuso Londra con New York, che al Premio Strega si è presentato senza aver letto i libri della finale, che ha detto che, insomma, Cristoforo Colombo si era ispirato a Galileo Galilei, ecc., ecc. Cose che sarebbero anche gravi, in un Paese normale. Ma, ammettiamolo, noi non siamo un Paese normale.
Quindi, su una cosa non c’è dubbio: le dimissioni di Sangiuliano sono state un evidente errore. Sangiuliano, a volte piangente, era davvero il giusto e perfetto ministro della Cultura per questo governo e per questo misero Paese. Ma alla fine ha vinto Maria Rosaria, e Sangiuliano, ahinoi, si è dimesso. Per fortuna, al suo posto è salito un altro ottimo candidato: tal Alessandro Giuli. Speriamo bene. Il Paese ha davvero bisogno di un ministro della Cultura all’altezza.
D’altronde, in questi giorni su Canale 5 sta iniziando, tra le urla di gioia dei “telemorenti” (definizione geniale di Dagospia), una nuova stagione di Temptation Island. Speriamo che Giuli sia all’altezza delle italiche richieste culturali. D’altronde, mica votiamo a caso.
In questi stessi giorni, poi, Stellantis ha avuto la geniale — è proprio il caso di ammetterlo — geniale idea di offrire a prezzi scontati le sue Maserati ai suoi dipendenti in cassa integrazione che, confessano, non arrivano neanche a milleduecento euro al mese. Black Mirror, ammettiamolo, non avrebbe potuto immaginare di meglio. Non avrebbero potuto fare di meglio neanche le varie serie sudcoreane, che da anni provano a denunciare le diseguaglianze economiche sempre più larghe e profonde della nostra società. Ma, cari sudcoreani, rassegnatevi. Ormai il trend è questo, e il futuro che si intravede all’orizzonte, tra l’altro, è anche peggio. Ormai l’Italia è questa roba qua, e ce ne dobbiamo fare una ragione. Anzi, vantiamocene un po’ di più. Forse in questo siamo davvero i migliori, almeno in Occidente. È il made in Italy, bellezza.
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