Daniela Santanchè rientra in Italia dall’Arabia Saudita e affronta le polemiche legate al suo procedimento giudiziario. Il rifiuto della Cassazione di trasferire il caso da Milano a Roma è già sui giornali prima ancora di essere ufficiale, scatenando la rabbia del suo avvocato, Nicolò Pelanda: “È una follia. A noi avvocati non è stato comunicato nulla, e ci era stato assicurato che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima. È vergognoso”. E aggiunge: “I giornalisti fanno giustamente il loro lavoro. I magistrati dovrebbero avere un po’ più di rispetto per gli avvocati”.
La posizione di Santanchè
La ministra del Turismo non ha intenzione di dimettersi e mantiene il suo riserbo con la stampa. Tuttavia, il suo pensiero emerge attraverso collaboratori e amici: “Con lo scontro in corso con la magistratura, con le parole durissime di Meloni su “alcuni giudici che vogliono governare”, che cosa si fa? Arriva un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio e il destinatario se ne va? Direi che non è proprio il momento…”. E sottolinea che “in Parlamento è in discussione la riforma della Giustizia”.
Santanchè ribadisce di non aver ricevuto alcuna richiesta di dimissioni da Giorgia Meloni: “Nessuno me le ha chieste. E dunque, perché dovrei darle?”. Nemmeno Ignazio La Russa, suo storico sostenitore, le avrebbe suggerito di farsi da parte, nonostante le sue recenti dichiarazioni (“può darsi che valuti anche su questo”) possano sembrare un segnale di distacco. Fonti vicine alla ministra minimizzano questa interpretazione.
Il confronto con Meloni e la mozione di sfiducia
Un incontro tra Santanchè e Meloni appare sempre meno probabile. Fratelli d’Italia ha convocato la direzione nazionale a Roma, ma la premier potrebbe non essere presente, così come la ministra, che accusa un malessere post-viaggio.
Santanchè non sembra preoccuparsi della mozione di sfiducia del 10 febbraio presentata dal Movimento 5 Stelle: “Non credo proprio, anzi escluderei, che il centrodestra voglia unirsi a una mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5 Stelle. Meno che mai in un momento come questo”. Inoltre, il voto segreto non è ammissibile per una mozione di sfiducia individuale, come stabilisce l’articolo 115 del regolamento della Camera, che prevede il voto per appello nominale.