Politica

Santanchè, il giorno della discussione della sfiducia. Silvestri (M5s): “La destra zerbino difende un ministro radical chic”. Zaratti (Avs): “Infanga le istituzioni”

È durata circa un’ora la discussione generale in Aula alla Camera sulla mozione di sfiducia alla ministra del Turismo Daniela Santanché. Erano sette gli iscritti a parlare, tutti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico e di Alleanza Verdi e Sinistra. Nessuno della maggioranza.

Alla fine dell’ultimo intervento, la ministra si è alzata dai banchi del governo e ha lasciato l’emiciclo senza replicare, come invece avrebbe dovuto fare seguendo il regolamento. Dagli scranni del M5s allorasi sono udite le voci di deputate e deputati che hanno gridato ripetutamente “Vergogna!”. Il vicepresidente di turno, Fabio Rampelli è intervenuto: “Colleghi, per favore, scoprite forse oggi che ci si può prenotare per la replica anche nella seduta successiva?”.

Le parole di Toni Ricciardi (Pd)

“La comunicazione non verbale è spesso eloquente e i banchi vuoti della maggioranza dicono che è stata abbandonata da Forza Italia, dalla Lega e da Noi Moderati e c’è solo una difesa d’ufficio del suo partito con poche presenze. Che differenza c’è tra il ministro Sangiuliano e la ministra Santanché? Forse la ministra è in grado di elevare leve di ricattabilità che Sangiuliano non aveva? Presidente del Consiglio ci levi dall’imbarazzo e chieda un passo indietro”.

L’intervento di Francesco Silvestri (M5s)

“Voglio dire due parole a questa maggioranza assente, muta: la sensazione che ho avuto quando sono entrato e ho visto i banchi vuoti è stata di pena. Provo pena per quella destra che diceva di opporsi al potere e ora è ridotta a zerbino: a dover solo spingere un tasto. Dietro quel tasto c’è tutto quello che avete sempre odiato, c’à il simbolo del radical chic”.

Le parole di Filiberto Zaratti (Avs)

“La destra trasforma le questioni politiche fondamentali del Paese in una farsa, infanga la credibilità delle istituzioni, ma non può sempre fare la commedia dell’arte: all’opposizione fa i processi a tutto e tutti quando è in maggioranza chiude gli occhi. Anche gli elettori della destra chiedono le dimissioni di Daniela Santanche’ che si impongono nonostante il suo ‘chissenefrega’. L’arroganza del potere, la stessa che ha portato la presidente del Consiglio a non presentarsi davanti al Parlamento per spiegare la fuga del torturatore Almasri, vi allontana ogni giorno di più dal Paese reale: le dimissioni di un ministro come Santanché, accusata di truffa ai danni dello Stato, sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro”.

 

 

Published by
Gianluca Pace