E se scrivessimo che Eddy Schlein non si è affatto dispiaciuta per l’intervista che lei ha dato a Vogue? Anzi, ne è stata ampiamente soddisfatta e felice per come è stata pubblicizzata?
Infatti, i social ed i media si sono gettati a capofitto sulla curiosità che lei avesse una armocromista in grado di darle consigli non solo per come vestire, ma anche per il colore che doveva scegliere in rapporto, addirittura, al suo carattere e alla sua personalità. Attenzione, consulenza non gratuita, ogni ora di “lezione” costava e forse costa alla segretaria del Pd 300 euro.
Dunque, a parte i discorsi e i commenti che si potrebbero fare a proposito della spesa non proprio in sintonia con il pensiero e l’ideologia dei dem, resta il fatto che la Schlein è apparsa divertita e anche compiaciuta di quel che si era scritto.
A Roma, si direbbe: “Meglio buttarla in caciara” piuttosto che affrontare i tanti problemi che assillano non solo il partito, ma soprattutto la sua persona. Sono trascorsi un paio di mesi da quando, a sorpresa, Elly “rubò” il posto a Stefano Bonaccini, grande favorito delle primarie ed anche presidente dell’Emilia Romagna a cui lei faceva da vice. Ebbene, nonostante il trascorrere del tempo, le grane del maggior partito di opposizione sono rimaste le stesse.
Anzi no. I suoi più diretti collaboratori sono i fuoriusciti dal Pd (i componenti di Articolo 1 per intenderci) rientrati nell’alveo per la sterzata a sinistra voluta dalla Schlein.
In questi sessanta giorni o forse più, la svolta non ha prodotto i risultati che ci si aspettavano. Il nuovo corso dei dem ha innervosito e sbalordito i moderati e i cattolici che facevano parte integrante del partito e, come era logico prevedere, si sono dimessi. Anzi hanno sbattuto la porta di Via del Nazareno. Dopo Fioroni, Marcucci e Borghi, ecco Caterina Chinnici, traslocare a Forza Italia. Un passo doppio, non c’è dubbio. “Con la Schlein abbiamo visioni diverse”, ha spiegato. “Troppo a sinistra, per me era impossibile restare”.
Una campagna acquisti dei berlusconiani che continuerà, sostengono in molti. E’ cominciata l’ora dei veleni. I pro che affermano che la Chinnici ha fatto benissimo ad andarsene; i contro che si sono detti disgustati (sic) dalla sua scelta non in linea con il prestigio e la storia del Pd. Sta di fatto che, nonostante l’ottimismo della segretaria, gli scontenti aumentano per trasferirsi altrove in attesa di tempi migliori. Ad esempio, sedersi sulla riva del fiume ed aspettare che passi il cadavere del nemico.
In fondo, stando così le cose, alla Schlein ha fatto molto piacere che l’attenzione dei media si sia trasferita sul suo look. Perchè, per qualche giorno o forse più, le critiche saranno meno violente ed anche la maggioranza sarà distratta da quel capovolgimento che Vogue ha riportato in tutti i particolari.
La tregua, però, durerà lo spazio di un mattino e se la prima donna dei dem non tirerà fuori dal cilindro una qualche idea che possa far discutere e dibattere i Palazzi della politica (magari portando acqua al suo mulino) i guai della sinistra e quindi della Schlein non si spegneranno.
Potrebbe forse attenuare la sua spinta verso orizzonti non facili da raggiungere o cercare una nuova alleanza in vista di elezioni di tutto rispetto che si terranno il 14 e 15 maggio. Si voterà in 391 comuni tra cui 12 capoluogi di provincia ed un capoluogo di regione, le Marche. Ad oggi, la situazione è questa: otto città sono a destra, cinque a sinistra. Un test di una certa importanza che potrà rappresentare un nuovo esame per il Pd e la sua giovane segretaria.
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